Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni edito da Fandango Libri

Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi

Data di Pubblicazione:
30 aprile 2009
EAN:

9788860441249

ISBN:

8860441242

Pagine:
416
Formato:
brossura
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Descrizione Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi

Napoli 1931. Le stagioni si susseguono incuranti del sangue e della morte e la città si prepara ad affrontare il caldo torrido dell'estate. Luigi Alfredo Ricciardi, commissario in forza alla Regia Questura di Napoli, affronta un nuovo caso di omicidio insieme all'inseparabile brigadiere Maione. Ricciardi è un commissario fuori dal comune, un solitario, uno che non ama eseguire gli ordini che gli vengono impartiti e di solito fa di testa sua. Non è ben visto dalla gerarchia fascista che lo controlla a distanza ma lo lascia lavorare, perché stranamente i casi li risolve tutti. In molti cominciano a sospettare che Ricciardi abbia un segreto, si dice parli direttamente con il Diavolo. In realtà Ricciardi si limita ad ascoltare le ultime parole dei morti: più che un dono, una condanna. L'estate del commissario Ricciardi vedrà la morte della bellissima duchessa di Camparino, una donna misteriosa dalla chiacchierata vita notturna. Anche stavolta saranno le ultime parole pronunciate dalla vittima a far partire l'indagine che condurrà il commissario, e noi lettori insieme a lui, a scoprire una Napoli riarsa e poco conosciuta, abitata da personaggi inquietanti che tenteranno di ostacolare il suo lavoro.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 8 recensioni

Noir atipico dai toni caldiDi C. Guido-26 marzo 2015

Questo libro è una conferma: questo autore scrive molto bene. Si tratta del terzo libro con protagonista Ricciardi, un malinconico poliziotto che abita nella Napoli dei tempi del fascismo. Molto felice l'ambientazione: una Napoli non sconosciuta ma fuori dallo stereotipo sole-mare-pizza, e dove sono protagonisti gli "italiani", non delle macchiette. Un bel romanzo struggente, intenso, che scorre lento e calmo come un fiume, pervaso da una corrente melanconica. Un noir atipico, con un pizzico di soprannaturale e con protagonista un commissario che ricorda il vecchio Maigret, ma più tormentato, preda di una maledizione genetica. I toni sono caldi, soffici, e le parole di De Giovanni delle vere pennellate. L'affresco finale risulta vivido, reale e coinvolgente.

Bel giallo corposoDi a. gianmarco-8 maggio 2012

Un altro gran romanzo di De Giovanni! Questo Ricciardi si fa ammirare sempre più perché finalmente si fa coinvolgere anche lui dall'amore! Le sue vicende sono spesso tristissime, ma riesce sempre a risolvere i misteri basandosi sui sentimenti umani. Si capisce sin dall'inizio il colpevole, ma al termine un colpo di scena fa ribaltare lo scenario!

Il posto di ognunoDi v. Federico-4 agosto 2011

De Giovanni è narratore di razza e già ce lo aveva dimostrato nei primi due capitoli della serie. Per chi si fosse perso l'inverno e la primavera, questa è l'estate del commissario (ed ora attendiamo l'autunno). Il bravo commissario, che sente le voci dei morti ammazzati nella Napoli degli anni trenta. Anche qui, diversi i piani di lettura. Da una parte la vicenda diciamo "gialla" con i suoi piccoli (o grandi) misteri a metà tra la Napoli bene, quella dei marchesi (in forze o decaduti) e quella del popolino che cerca mille modi per tirare avanti non proprio dalla miseria, ma almeno per uscire fuori dalla fame quotidiana. Poi c'è il contorno, quello fatto dei 4 o 5 personaggi ricorrenti, filo conduttore delle oramai tre storie. Il brigadiere, il prete, il femminiello, l'Enrica che aspetta che prima o poi il commissario esca dal suo cono d'ombra, e la Livia (omaggio trasversale a Camilleri?) che il commissario cerca di stanarlo lei. Questi sono anche i punti forti del tessuto di de Giovanni, che li porta in giro per la sua Napoli, e che, libro dopo libro, ne approfondisce e palesa i tratti. Migliorandone in fondo l'impressione un po' troppo fugace del primo libro. Ma anche il giallo ha i suoi punti forti, con una soluzione che già si capisce dalle prime cinquanta pagine, ma che non sarà così semplice alla fine, nella sorta di finali e sottofinali, che, pur senza ritmi vertiginosi, avvolgono l'ultimo quarto del libro. Che, appunto, se un limite ha, lo trovo nella lunghezza. Non perché non sia aduso a tomi ponderosi, ma perché ci sono punti in cui mi domandavo quando ci si decideva a fare dei passi avanti. Nel'inchiesta, nella storia, nella vita. Ma torno a dire che qua, una bella granita ci sta tutta. Aspettando i dolci alla ricotta per l'autunno.

L'estateDi l. tonino-9 maggio 2011

In "Il posto di ognuno", il libro dedicato all'estate della quadrilogia di Maurizio De Giovanni, l'accoppiata Ricciardi-Maione dovrà svolgere le indagini sulla morte della discussa nonché bellissima duchessa di Chiapparino. Ricciardi si servirà del suo speciale "Tocco", la capacità di ascoltare le ultime parole dei defunti. Una serie decisamente avvincente.

Straordinario!Di S. Ester-22 aprile 2011

Mi ha emozionata tantissimo questo romanzo di De Giovanni. Mi è piaciuto e avvinto l'intreccio giallo: davvero ben congeniato, spiazzante nel finale... Affascinante l'ambientazione splendidamente descritta della Napoli anni '30, dei suoi profumi, costumi e usanze, molto "vivida" e realistica. Assolutamente consigliato.

Il posto di ognunoDi D. Andrea-6 aprile 2011

Solo per lettori esigenti e con molto tempo a disposizione. Di nuovo ci ritroviamo a percorrere le strade di una Napoli di inizio secolo al fianco del commissario Ricciardi. Una Napoli antica e per alcuni versi scomparsa, per altri versi ancora resistente in certe maniere non sempre "nobili". Ricciardi non è un commissario moderno nè nella tecnica d'indagine, né nella maniera di vivere. Non ascolta musica, non è esperto di cucina, non ama il tetaro, non ha dichiarazioni politiche da fare, insegue un suo generale senso della giustizia, cerca continuamente un equilibri anche se alla fin fine vive di tempeste: quelle altrui che conducono alla morte e quasi mai alla vita, e alle sue personali che dovrebbero strapparlo dalla sua morte interiore, dalla sua solitudine, in cui i morti che vede e del cui dolore si fa carico, vorrebbero spingerlo. Può certamente sembrare un personaggio pleonastico ed inutile, remissivo ed in un certo senso melenzo ed insulso. In realtà quello che credo colpisca sia la sua caparbietà nel non volersi fermarere alle apparenze e alle convenienze sociali e politiche, in un momento, ed in questo è forse la similitudine con l'oggi, in cui apparenza e convenienza sono tutto per vivere ed affermarsi. Per riequilibrare quel dolore che continuamente i morti che vede in ogni angolo della strada gli caricano sulle spalle, Ricciardi ha bisogno di operare secondo coscienza e secondo una sua etica della giustizia che per certi versi non corrisponde nemmeno all'idea comune di giustizia, ma è più vicina alla necessità di ristabilire un equilibrio nel dolore. Lì dove del dolore è stato fatto che almeno altro non se ne aggiunga se non strettamente necessario.