Post Office di Charles Bukowski edito da TEA

Post Office

Editore:

TEA

Collana:
Tea Trenta
Edizione:
10
Traduttore:
Viciani S.
Data di Pubblicazione:
4 luglio 2017
EAN:

9788850246977

ISBN:

8850246978

Pagine:
192
Formato:
brossura
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Trama Post Office

«Non potevo trattenermi dal pensare, dio, l'unica attività dei postini è di ficcare dentro le lettere e l'uccello. Questo è il lavoro che fa per me, oh sì sì sì.» Ma il paradiso sognato da Henry Chinaski, il leggendario alter ego di Bukowski, viene brutalmente smentito dalla realtà quando, assunto dall'amministrazione postale americana, si ritrova con la sacca di cuoio sulle spalle a girare in lungo e in largo attraverso la squallida periferia di Los Angeles. Profondamente deluso dalla monotona routine quotidiana e insofferente ai rigidi regolamenti della macchina burocratica, Chinaski si consola affondando le sue frustrazioni nell'alcol e trovando rifugio tra le morbide braccia di donne più sole di lui. Tra clamorose sbornie, azzardate puntate all'ippodromo e «movimentate» nottate in motel sgangherati, Chinaski riuscirà a «guadagnarsi» il licenziamento e a farsi riassumere, ma solo per licenziarsi definitivamente, inorridito e disgustato da quell'immenso ufficio postale che, poi, è la vita stessa. 

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 12 recensioni

Il postino BukowskiDi m. giancarlo-7 luglio 2020

Primo libro di Bukowski autore scoperto tramite una bella poesia d'amore. La sua scrittura e' diretta, concisa, essenziale, vera; la sua storia sembra un racconto da bar, un misto di Amici Miei, Vitelloni e Fantozzi, totalmente godibile e simpatica lettura.

I love BukowskiDi D. Federica Francesca-5 marzo 2012

é il primo libro di Bukowski che ho letto e che mi ha fatto innamorare del suo autore. Scapestrato, irriverente, volgare e blasfemo: sono questi gli aggettivi che mi vengono in mente per descriverlo, eppure ho apprezzo la sua scrittura fuori dagli schemi, dalla punteggiatura obbligatoria. Il suo cinismo fa paura, ti pietrifica ma è senz'altro la chiave del suo successo soprattutto fra i giovani. Le sue " perle di Saggezza" non deludono mai.

Post OfficeDi P. Valentina-12 settembre 2011

Grottesco e beffardo lascia senza parole per l'estrema crudezza esistenziale spacciata per "normalità". La sinistra amarezza che invade le pagine è però solo del lettore, così come l'angoscia crescente per il protagonista e la perplessità dinanzi al suo modo d'essere. L'ansia non sfiora neanche per un secondo Chinaski, dedito completamente all'alcool ed impiegato presso un ufficio postale che è più metafora delle relazioni e degli schemi sociali che vero impiego. Il protagonista beve troppo e ama la sregolatezza non per fuggire dai problemi, dalle riflessioni sulla propria condizione o per segnalare un qualsivoglia turbamento ma soltanto perchè "gli va bene così". Nessuna muta disperazione, nessuna confessione nascosta dietro l'angolo, nessuna triste storia alle spalle se non quella terribile di un uomo che trova "naturale" l'abbruttimento di sè e che non vuole essere salvato perché gli piace vivere a modo suo: un abisso valutato, ostinatamente cercato da una persona che sa quel che fa e ne è quasi contenta. Inquietante.

Iniziazione bukowskianaDi D. Teresa-30 marzo 2011

Anche per me è stato il volume di iniziazione nel mondo bukowskiano, poi si sa... Come per ogni Grande Autore... O lo si ama e si finisce per acquistare tutti i volumi o lo si odia e si lascia il libro a metà. Io appartengo alla prima categoria: amo Bukowski, amo il suo modo feroce di raccontare la vita, amo le sue parolacce, amo questo libro!

bellissimoDi A. Colombo-9 novembre 2010

il primo libro letto di Bukowski ed è stato subito amore per quella prosa onesta. Qualcuno non lo capisce per moralismo o perbenismo. Qualcuno non capisce che per regalare così se stessi ci vuole tanto. Non sono quel qualcuno, per fortuna.

Post OfficeDi R. Alice-7 novembre 2010

Puro Charles in cui mi rituffo sempre volentieri. Corrosivo, disinibito, brusco e ironico. Mi piace come smonta il buonismo e le convenzioni, come squarcia il velo dell'ipocrisia generalizzata e quotidianamente accettata senza che ci si faccia più caso. Bukowski andrebbe riletto ogni tot, per non dimenticarsi mai di guardare le cose in modo semplice, più lucido e critico.