Manuale di diritto ecclesiastico. Chiese, culti e religioni nell'ordinamento italiano
- Editore:
Edizioni Giuridiche Simone
- Edizione:
- 17
- Data di Pubblicazione:
- 11 aprile 2016
- EAN:
9788891410108
- ISBN:
8891410101
- Pagine:
- 319
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- DIRITTO: GUIDE ALLO STUDIO E ALLA PREPARAZIONE DEGLI ESAMI
Descrizione Manuale di diritto ecclesiastico. Chiese, culti e religioni nell'ordinamento italiano
Il «diritto ecclesiastico» nel nostro ordinamento è una dizione da tempo superata che andrebbe sostituita con quella più attinente al dettato costituzionale «diritto delle religioni e dei culti». La disciplina ha oggi superato l’empasse che in passato non ha consentito la chiara affermazione del principio della laicità, in quanto nel nostro Paese quel residuo di Stato confessionale non è stato del tutto cancellato dopo l’entrata in vigore della Costituzione (1948). Oggi, i principi di libertà di religione e di non-discriminazione in base al culto hanno consentito, anche attraverso il ricorso alle intese con le religioni diverse dalla cattolica, una metamorfosi di questo ramo del diritto pubblico che, comunque, non rinnega un sano sentimento religioso «globale», scevro comunque da ammiccamenti di un ormai superato «confessionismo di Stato». Attualmente, l’opera di rinnovamento iniziata da Papa Francesco, teso al ritorno a una Chiesa più solidale e sociale e meno gerarchizzata, ha consentito una rilettura globale delle relazioni fra individuo, coscienza e fede alla luce dei principi del Vangelo, che ha dato una diversa impronta ai rapporti fra Stato e Chiesa. L’azione pastorale di Francesco è tesa anche a sviluppare un dialogo di più ampie vedute con gli altri culti, in particolare quelli fondati sui «grandi libri» (come Bibbia e Corano) che presentano numerosi caratteri comuni.
L’autorevolezza di Francesco, super partes nella politica, nell’economica e nelle religioni ci fa ben sperare in un futuro migliore sia per il pianeta che per i rinnovati rapporti tra individuo e credo religioso. Di questa nuova visione non può che giovarsi il «diritto dei culti» che, grazie alla crescita delle intese, sta dando corpo a un’effettiva nondiscriminazione tra religioni.