Essere e tempo
- Editore:
Longanesi
- Collana:
- I grandi libri
- Edizione:
- 12
- A cura di:
- F. Volpi
- Traduttore:
- Chiodi P.
- Data di Pubblicazione:
- 1 settembre 2005
- EAN:
9788830415447
- ISBN:
8830415448
- Pagine:
- 636
- Formato:
- brossura
Descrizione Essere e tempo
Quando nel 1927 Martin Heidegger pubblicò Essere e tempo, si ebbe subito la sensazione che un nuovo astro fosse sorto nel firmamento della filosofia. Da anni le sue lezioni - di cuiEssere e tempo è il distillato - avevano richiamato intorno a quel giovane «sciamano del pensiero» un folto gruppo di allievi e ascoltatori. Ma con l'apparizione del capolavoro fu chiaro a tutti che Heidegger emanava davvero un'aura magica:era un pensatore capace di fare filosofia in grande stile. Adottando una terminologia nuova, a tratti ostica e cruda, con cui cercava di superare la crisi del linguaggio filosofico tradizionale,Heidegger riprende e radicalizza l'antico problema di Platone e Aristotele: il problema dell'essere. Ma nella sua palpitante interrogazione tale questione è riproposta in modo tutt'altro che erudito o astratto, riflettendosi in essa le inquietudini di un intero secolo: il venir meno del sentimento religioso, il tramonto della metafisica e la crisi delle ideologie, la fine dell'assoluto e il diffondersi del nichilismo, lo stridente contrasto tra una macchina moderna sempre più complessa e un uomo sempre più elementare. Essere e tempo ha così ispirato importanti correnti della filosofia, della teologia, della psichiatria del Novecento. E il continuo susseguirsi di nuove letture - che lo interpretano via via comebibbia dell'esistenzialismo, decostruzione dell'ontologia, parabola gnostica o versione moderna della filosofia pratica - non fa che confermarne l'incontestabile centralità e attualità, alimentando ulteriori interrogativi. Perché quest'opera rimase incompiuta? Qual è il segreto del suo inesauribile fascino? Che significato ha la «svolta» fra il primo e il secondo Heidegger? C'è continuità o rottura fra lo Heidegger «ermeneuta dell'esistenza» e quello che si proclama «pastore dell'essere»? Le risposte vanno cercate in questo libro, al quale sempre si è tornati e sempre si tornerà. La nuova edizione italiana approntata da Franco Volpi - rispettando nella terminologia la storica versione di Pietro Chiodi, ma adeguandola ai criteri richiesti da una ormai consolidata tradizione di studi e di rigore filologico - è corredata di cospicui apparati e riporta per la prima volta le Glosse manoscritte da Heidegger a margine della propria copia personale.
Recensioni degli utenti
Noioso e ridondante-4 gennaio 2024
Ho letto molti libri di filosofia, acquistato per conoscere la filosofia di Heidegger e come primo libro forse non era adatto. Mi ha deluso, noioso e ridondante.
Esistenzialismo di Heidegger-25 aprile 2012
Il libro che diede vita a quel filone filosofico definito esistenzialismo. Heidegger indaga sull'ontologia dell'esistenza umana. Il saggio di più di seicento pagine, rimasto incompiuto, cerca di spiegare la vita dell'uomo il suo "esistere per gli altri", la sua esistenza pessima che si basa sul "si dice" e sul "si fa cosi". Il vero problema dell'uomo, capisce il filosofo tedesco, è la morte. Dal nulla si proviene e al nulla si va, questo getta l'uomo nell'angoscia di vivere che è tipica del novecento e del duemila. Una grande opera.
Essere e Tempo-12 marzo 2012
Testo fondamentale di tutto il pensiero heideggeriano e di tutta la filosofia contemporanea, nel quale il filosofo tedesco espone le proprie tesi sull'uomo e sul tempo, successivamente raggruppate sotto l'etichetta di "ontologia esistenziale". Un plauso va al curatore di quest'edizione che ha compiuto davvero un ottimo lavoro.
Essere e tempo-19 settembre 2010
Alla concezione bergsoniana del tempo quale processo spiritualistico di continuo arricchimento creativo si contrappone la visione esistenzialista di M. Heidegger, il quale descrive le tre determinazioni del tempo, significanti nell’essere “fuori di sè”. Infatti, il futuro è un protendere, il presente è un essere presso le cose e il passato è un ritornare a una situazione. Per questo motivo, Heidegger chiama i tre momenti del tempo “estasi” (nel senso etimologico di “stare fuori”). Egli, inoltre, distingue il tempo in “autentico” e “inautentico”, dove quest’ultimo è caratterizzato dalla preoccupazione per il successo e la riuscita. Il tempo autentico, invece, assume la morte quale possibilità qualificante dell’esistenza: il futuro deve essere un vivere per la morte, senza concessioni alla mondanità. L’esistenza autentica è l’esistenza angosciata che non può fare a meno di vedere l’insignificanza di tutti i progetti dell’uomo.