I detective selvaggi di Roberto Bolaño edito da Sellerio Editore Palermo

I detective selvaggi

Collana:
La memoria
Traduttore:
Nicola M.
Data di Pubblicazione:
21 maggio 2009
EAN:

9788838923890

ISBN:

8838923892

Pagine:
808
Formato:
brossura
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Descrizione I detective selvaggi

Una specie di falso poliziesco, o di sarcastico on the road, a cavallo di due tempi in cui avrebbe potuto succedere tutto, il tempo delle avanguardie artistiche e il tempo della gioventù "alternativa" anni Sessanta e Settanta. Arturo Belano e Ulises Lima, sedicenti poeti e piccoli trafficanti, adepti di un'improbabile ed estrema avanguardia, il "realvisceralismo", cercano in America Latina la mitica fondatrice della loro avanguardia, Cesárea Tinajero, creatrice di un'unica composizione inedita e scomparsa nel nulla in anni distanti. Vita e opinioni raccontate, avanti e indietro nel tempo. Due momenti si incardinano l'uno nell'altro: al presente dei due detective che inseguono le tracce di Cesárea, in compagnia di un diciassettenne alla scoperta del sesso e di una prostituta adolescente in fuga dal suo protettore, seguono gli indiretti resoconti, vent'anni dopo, di testimoni che conobbero Arturo e Ulises e sanno che fine fecero. Un vagabondare irrequieto in cui ogni evento, ogni personaggio sembrano sdoppiare indefinitamente le possibilità della vita, senza che nessuno riesca alla fine ad afferrarne alcuna. E si può leggere come la metafora di una generazione, ma anche come l'epica iconoclasta e feroce di un continente il cui spirito si esprime al meglio nelle finzioni borgesiane e nelle desolate solitudini dei "macondo". E finzioni e macondo sembrano vivere entrambi nelle invenzioni di Bolaño, fatte di apocrifi e verità storiche indistinguibili, di futili grandezze e magnifiche miserie.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 6 recensioni

Un puzzleDi R. Lidia-20 maggio 2012

Comincia come un diario, alla ricerca degli interpreti del realismo viscerale, continua con una raccolta di interviste ai personaggi più stravaganti nell'arco di trent'anni dalla Spagna al Messico, per poi chiudere ancora con il diario per seguire i due protagonisti, a loro modo poeti, sbruffoni, antipatici. Una costruzione labirintica e raffinata, che però si perde nelle oltre ottocento pagine.

I detective selvaggiDi L. Alberto-5 agosto 2011

Come sovente accade in Bolano, la trama gialla è solo un pretesto per disquisire dei più vari argomenti, dalla letteratura alla politica. La logorrea di Bolano raggiunge vette di genio e ironia incredibili in queste 800 pagine - e c'e' pure un semi-cameo di Arcimboldi, buttato li' . Poi narrazione a intarsi, più che a incastri; montaggi di grandissima potenza evocativa; centinaia di voci narranti. Nelle mente e nelle dita di Bolano c'e' più mondo di quanto ci sia dato di conoscere in una pur lunga vita, e gode tutto della coerenza e della sacralità del grande romanzo.

Altro romanzo mondoDi u. giovanni-29 marzo 2011

Come sempre, quando si parla di bolano, non un vero romanzo, ma piuttosto un non romanzo. Varie storie che si collegano tra di loro nel movimento dei personaggi attraverso evanescenti barriere spazio-temporali. Insieme a 2666 il capolavoro del mai troppo rimpianto Bolano.

I detective selvaggiDi g. luca-14 febbraio 2011

Un libro che è insieme autobiografia, reportage, autobiografia e saggio psicologico. Ci sono angolature e punti di osservazione che non avresti potuto immaginare perché ciascuno detiene un pezzo della storia da raccontare, ci sono viaggi e frammenti e sensazioni ed incontri e parole e orgasmi e ubriacature e dettagli e albe e luoghi ed età diverse che contribuiscono in modo determinante a formare un'opinione, a dare un senso alla vita che si trova scritta nero su bianco in un libro. E così anche noi siamo liberi di schierarci per il movimento underground dei realvisceralisti e magari unirci alle loro serate vagabonde nel DF, innamorarci di Maria o di Angelica o di tutte e due, e dichiarare pubblicamente che non leggiamo Octavio Paz. Ebbene si, vorrei non perdere di vista Arturo Belano, sapere se si è salvato dalla missione folle e un po' suicida in Liberia, essere informato sulle sue ricadute con l'andalusa e soprattutto non perdermi per nulla al mondo i suoi reportage, dopo aver conservato tutte le sue poesie.

I detective selvaggiDi A. Livio-29 ottobre 2010

Mi è piaciutra la tecnica narrativa di questo autore. Ho preferito la parte centrale che è anche la più lunga e la più complicata. Ogni diario dei vari personaggi del romanzo sono in pratica delle piccole miniature narrative, un modo magistrale di descivere la loro parte avuta nel gioco complessivo della storia, e mirabile è come questi si incastrino perfettamente nella struttura complessiva del romanzo. La parte iniziale e finale servono a dare una continuità e una logica alla storia. Leggendo queste due parti mi ha piacevolmente impressionato la descizione delle performances sessuali di alcuni protagonisti. Mi sono chiesto se è solo finzione narrativa o verità, perchè in questo caso, se tutta questa vitalità dipendesse dal clima, dalla terra o dal cibo, bisognerebbe trasferirsi tutti in Messico.

I detective selvaggiDi g. matteo-24 settembre 2010

Non un vero romanzo, ma più che altro un insieme di vicende collegate (come 2666). Contiene le fisse dell'autore, poesia + rivoluzione + il viaggiar ramingo + tutte. Grandi i personaggi. Altri autori avrebbero costruito una carriera sugli intrecci di quest'opera. Davvero bello.