Il cielo diviso

Questo libro può piacere o meno tuttavia trovo che abbia un importante valore storico. L'ambientazione è lontana da me, sia nel tempo che nello spazio, perciò non sempre mi è venuto facile immedesimarmi, ma la storia che si snoda tra i due amanti e il contesto storico nel quale è ambientato vanno oltre a questi difetti.

Vorrei definire questo libro un classico poichè è in grado di scaraventarti fin dall'inizio, dentro la "storia", anche se ormai quella storia di cui tratta è finita! Il romanzo è incentrato su un amore, sbocciato tra l'aprile del 1960 e diviso inevitabilmente con l'autunno del 1961, come quel cielo che sovrasta Berlino, il primo a frantumarsi in due a seguito della c ostruzione del muro... Tra dialoghi e riflessioni narranti emerge uno spaccato di vita quotidiana: il primo muro che si costruisce è proprio quello della incomprensione. Si erge un muro tra i sogni e le illusioni di chi, prima di agosto, sceglie una vita diversa all'ovest delle possibilità. E chi resta - o meglio ritorna indietro! - è convinto invece di non poter aver vita migliore, di avere un compito, di avere un debito di coerenza con quello Stato che ti ha fatto studiare e ti ha affidato un ruolo sociale... Il libro è struggente, a tratti lirico, da sottolineare.

Rita e Manfred, così come tutti i tedeschi nel 1961, vivono in Germania, ma ancora non sanno che il loro amore sarà ostacolato da un muro, che si ergerà la notte del 13 agosto separandoli per sempre: Rita, con una solida ideologia socialista, decide di rimanere nel settore orientale, mentre Manfred, assetato di libertà, si dirige ad ovest. Il loro amore sarà destinato a finire, a causa della lontananza e dell'impossibilità di ricongiungersi. Straziante e doloroso, è anche un invito al perseguimento dei propri sogni.