Voltaire. La politica della tolleranza di M. Laura Lanzillo edito da Laterza

Voltaire. La politica della tolleranza

Editore:

Laterza

Data di Pubblicazione:
9 giugno 2000
EAN:

9788842060758

ISBN:

8842060755

Pagine:
250
Argomento:
Etica e filosofia morale
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Descrizione Voltaire. La politica della tolleranza

Voltaire, poeta, tragediografo, romanziere, filosofo, storiografo, uomo politico, è senza dubbio l'emblema dell'illuminismo. Capo carismatico dei philosophes francesi, è una delle prime figure di intellettuale moderno, protagonista indiscusso, in Francia e in Europa, della lotta illuminista per le riforme.

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4 di 5 su 1 recensione

Voltaire. La politica della tolleranzaDi M. Marta-20 marzo 2011

Al centro di tante polemiche e battaglie ci fu il problema della religione, discusso come una lotta politico-ideale collegata all'esigenza di eliminare le ingerenze ecclesiastiche, nella riforma dei sistemi amministrativi e a quelli dell'istruzione. Oltre al manifestarsi apertamente di posizioni materialiste e ateistiche, nei ceti intellettuali si afferma il Deismo. Questo movimento di pensiero nacque in Inghilterra verso la fine del Seicento e si diffuse rapidamente nel mondo della cultura poiché rispose all'esigenza di combattere l'intolleranza religiosa imposta dalle Chiese costituite. Il Deismo volle costituire una religione naturale basata sulla ragione, che non doveva ammettere verità rivelate che non fossero ragionevoli. Nelle religioni positive, come il cristianesimo, l'ebraismo e l'islam furono considerate solo le tesi fondamentali: l'esistenza di Dio, la creazione del mondo per opera sua, il premio o la punizione per la condotta morale dell'uomo. Dunque per i deisti sia i principi morali che quelli religiosi costituirono un patrimonio della mente umana, attingibile autonomamente con la sola forza della ragione. I dogmi e le prescrizioni delle varie confessioni religiose vennero viste come una burocrazia di rito, e non ne fu più sentito il bisogno dal ceto intellettuale. Di questa piccola cerchia di deisti faceva parte Voltaire, che da buon seguace era fermamente convinto dell'esistenza di una sola morale, quella naturale, derivante come tutto da Dio. L'insieme dei principi e dei valori costituenti la morale naturale, ricavati unicamente dalla ragione nella ragione stessa, fornisce i criteri per valutare la qualità morale delle religioni positive. La religione migliore è quelle che insegna il massimo di morale e il minimo di dogmi affermò Voltaire in risposta all'ateismo dei materialisti. Il Deismo non fu un movimento univoco, in quanto al suo interno furono presenti orientamenti diversi, tra cui il Teismo. Mentre il Deismo afferma Dio come causa del mondo, il Teismo afferma un Dio personale, trascendente e creatore interpretato come Provvidenza. Voltaire fu un Teista, credeva in un Dio provvidente, in una presenza quindi attiva di Dio nel mondo. Il miglior credo è quello che educa al rispetto dei tutte le religioni, e la miglior religione è quella basata sulla tolleranza del credo altrui, nella quale il buon fedele ha lo scopo di fare del bene. Come scrisse Voltaire... Quando il Maomettano gli dice: "Guai a te se non fai il pellegrinaggio alla Mecca" e un Cappuccino lo minaccia: "Disgrazia a te, se non fai un pellegrinaggio a Loreto", egli si ride di Loreto e della Mecca, ma aiuta l'indigente e difende l'oppresso. Voltaire vide il retaggio europeo di intolleranza, di dogmi e di superstizioni come derivante dalla religione cristiana che trascinò questa supremazia come un drappo scuro per tutti i secoli del Medioevo, mentre la ragione era assente.