Viso negato. Avere vent'anni a Kabul: la mia vita rubata dai talebani di Latifa edito da Rizzoli

Viso negato. Avere vent'anni a Kabul: la mia vita rubata dai talebani

Editore:

Rizzoli

Traduttore:
Assirelli C., Babina L., Camaggi R.
Data di Pubblicazione:
13 maggio 2009
EAN:

9788817031288

ISBN:

8817031283

Pagine:
206
Formato:
brossura
Argomento:
Studi sull'Islam
Acquistabile con la

Descrizione Viso negato. Avere vent'anni a Kabul: la mia vita rubata dai talebani

Latifa è nata nel 1980 a Kabul. Sogna di diventare giornalista, va a scuola, frequenta gli amici, ama leggere e andare al cinema. Latifa ha solo sedici anni, quando i Talebani prendono il potere in Afghanistan. Improvvisamente, tutta la sua vita viene stravolta: il regime le impedisce di studiare, di lavorare, di uscire di casa senza la scorta di un parente maschio. Perfino il suo volto è messo fuori legge, quando il "chadri" diventa l'abito imposto a tutte le donne: quel velo la imprigiona dalla testa ai piedi, trasformandola in un fantasma. Nel 2001 Latifa riesce a fuggire con la sua famiglia in Pakistan, poi finalmente giunge in Francia. Questo libro, scritto in esilio, è lo straordinario resoconto della sua vita, divisa tra l'orrore per le oppressioni subite e l'inestinguibile fiducia nello spirito umano.

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4 di 5 su 2 recensioni

StraordinarioDi B. RITA-2 febbraio 2012

Questo libro mi ha mostrato una realtà così dura e inquietante che non credevo potesse accadere, non in un mondo evoluto come il nostro. E invece le parole impresse in queste pagine, sono tutte vere e raccontano la storia di una donna straordinaria costretta a rinunciare prima alla sua autenticità di essere umano e poi anche al suo paese. Nonostante questo immutata è rimasta nel suo cuore la fiducia nell'umanità, e nella vita in generale.

Talebani e Shari' a!Di c. monica-16 dicembre 2010

I Talebani, una volta saliti al potere in Afghanista, imposero la Shari' a (la legge islamica) interpretandola in modo crudele ed intollerante nei confronti della popolazione afgana. Imposero agli uomini il loro rigoroso abbigliamento compreso l'obbligo di portare la barba lunga, istituendo a tale proposito squadroni chiamati "gli ispettori delle barbe" che pattugliavano le strade controllando che le barbe fossero vere e non finte, punizione l'impiccagione, senza considerare che una minoranza etnica della popolazione afgana e' di origine mongola e che gli stessi sono quasi privi di pelo. Imposero alle donne abiti che le copriseero completamente dalla testa ai piedi fingendo di proteggerle da occhi indiscreti, imposero il divieto di utilizzo di indumenti bianchi perche' esso e' il colore della bandiera talebana pena bastonate. Proibirono alle donne il diritto all'istruzione, al lavoro, il diritto all'assistenza medica e nessuna donna poteva uscire di casa senza essere accompagnata da un parente maschio. I Talebani proibirono tutto, dal cinema alla musica, ogni forma di svago che non fosse ascoltare i loro giornalieri divieti e regole tramite la loro trasmittente radiofonica, unica cosa consentita al popolo afgano. I Talebani erano usi a rapire e stuprare ragazze mutilandone anche i genitali, rapivano bambini e bambine per il loro piaceri sessuali. Questo loro regime di veri e propri criminali, creo' numerose vittime tra il popolo, ogni piccola infrazione veniva punita con l'uccisione pubblica oppure usando la legge del taglione. Numerose donne, prive di parenti maschi morirono di fame o di inedia, la protagonista di questo libro ha avuto il coraggio di ribellarsi a tutto questo raccontandoci la verita' sul regime talebano e le sofferenzde inflitte al suo popolo ed ora vive in esilio perche' il rientro nel suo paese potrebbe costarle la vita.