La violenza e il sacro di René Girard edito da Adelphi
libro più venduto
Alta reperibilità

La violenza e il sacro

Editore:

Adelphi

Edizione:
7
Traduttore:
Fatica O., Czerkl E.
Data di Pubblicazione:
9 novembre 1992
EAN:

9788845909474

ISBN:

8845909476

Pagine:
464
Formato:
brossura
Acquistabile con la

Descrizione La violenza e il sacro

«È criminale uccidere la vittima perché essa è sacra... ma la vittima non sarebbe sacra se non la si uccidesse». Questo terribile, paralizzante circolo vizioso s'incontra subito, quando si esamina la realtà del sacrificio. Di fronte a esso l'ambivalenza tanto frequentemente evocata dal pensiero moderno ha l'aria di un pio eufemismo, che malamente cela il segreto non già di una pratica estinta, ma di un fenomeno che ossessiona il nostro mondo: la violenza - e il suo oscuro, inscindibile legame con il sacro. Nesso tanto più stretto proprio là dove, come nella società attuale, si pretende di conoscere il sacro soltanto attraverso i libri di etnologia: del sacro si può dire infatti, osserva Girard, che esso è innanzitutto «ciò che domina l'uomo tanto più agevolmente quanto più l'uomo si crede capace di dominarlo». Che cosa lega, che cosa tiene insieme una società? Il «linciaggío fondatore», l'ombra del capro espiatorio - risponde Girard - e la brutalità della risposta è proporzionale alla lucidità, alla sottigliezza, all'acutezza delle analisi che a tale conclusione portano. Si tratti della tragedia greca o di riti polinesiani, di Frazer o di Freud, di fenomeni del nostro mondo o di grandi figure romanzesche, sempre Girard riesce a mostrarceli nella luce di quell'evento primordiale, sempre taciuto, sempre ripetuto, in cui la società trova la sua origine, rinchiudendosi nel circolo vizioso fra sacro e violenza. In questo libro, che apparve in Francia nel 1972, molti ormai hanno riconosciuto il fondamento di un'opera di pensiero fra le più rilevanti del nostro tempo. Con gesto drastico, Girard è sfuggito a quelle disparate neutrafizzazioni del religioso a cui l'antropologia, da decenni, ci ha abituato; anzi ha individuato in questo delicato escamotage scientista «un'espulsione e consumazione rituale del religioso stesso, trattato come capro espiatorio di ogni pensiero umano. Il mana, il sacrum, il pharmakon, queste parole dal potere contagioso, cariche d'ambiguità e di significati contradditori, tornano qui al centro della riflessione, come sono di fatto al centro della vita. Ma, proprio perché, come ha osservato Girard, «la semplicìtà e la chiarezza non sono di moda», e proprio perché tali parole sono per eccellenza complesse e oscure, l'indagine che qui viene proposta ha un'evidenza una nettezza, una precisione che s'impongono sin dalle prime righe. E alla fine ci troveremo faccia a faccia con una constatazione bruciante sulla realtà che ci circonda: «La tendenza a cancellare il sacro, a eliminarlo interamente, prepara il ritorno surrettizio del sacro, in forma non più trascendente bensì immanente, nella forma della violenza e del sapere della violenza».

Spedizione gratuita
€ 30.40€ 32.00
Risparmi:€ 1.60(5%)
Disponibile in 4-5 giorni
servizio Prenota Ritiri su libro La violenza e il sacro
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
3 di 5 su 2 recensioni

Classico imperdibileDi N. Sara-22 marzo 2018

Nel processo di ominazione il desiderio mimetico ha assunto un'importanza sempre maggiore, fungendo da stimolo e fattore di progresso, ma rivelandosi anche causa di una terribile rivalità che sfocia nella violenza. Con acume straordinario, con genialità impareggiabile, con rarissima finezza interpretativa René Girard intraprende un viaggio impressionante nel mondo delle culture primitive, delle religioni arcaiche, dei miti. Dimostrando l'esistenza di schemi costanti che rinviano inesorabilmente alla ricerca di capri espiatori, ossia di vittime innocenti che le folle contagiate da accessi di violenza mimetica considerano colpevoli. Una volta sacrificate, tali vittime si rivelano portatrici di un bene inestimabile: la comunità si sente liberata dalla violenza indifferenziata in cui era precipitata e attribuisce tale beneficio alle vittime stesse che aveva considerato responsabili di tutti i suoi mali. Di qui il rapporto ambivalente con le vittime: prima accusate di nefandezze di ogni sorta, tali da giustificare la loro soppressione o espulsione, poi divinizzate come portatrici di pace e benessere per la comunità. Un meccanismo arcaico, occulto, rimosso, sottesso a tutta la cultura umana, che Freud non seppe cogliere sino in fondo pur dimostrandosi capace di intuizioni rivelatorie, soprattutto in "Totem e tabù". Il mondo delle religioni arcaiche, così come lo ricostruisce Girard, appare incompatibile con ogni prospettiva di rivalutazione o idealizzazione del primitivo, o con i miti volti ad esaltare la pienezza vitale dell'Ellade e dello spirito dionisiaco. Con rigore implacabile, Girard rivela il volto segreto della cultura arcaica e di quella classica, ora in crisi, ma ancora sottilmente e pericolosamente presente nell'umano. Libro denso, voluminoso, complesso: ma di una ricchezza straordinaria. Un classico imperdibile.

La Violenza e il SacroDi g. andrea-5 ottobre 2010

Ne ho letta più di metà, ma poi non ce l'ho fatta: non per il libro in sé, che è ben comprensibile, anche se la prosa di Girard è pesante, ma perché il metodo su cui è impostato m'irritava oltremodo. A prescindere dal valore delle sue conclusioni, su cui non mi pronunzio, un saggio così lungo e interamente impostato su affermazioni quasi apodittiche non lo sopporto: mancano argomenti fondati, manca documentazione antropologica seriamente discussa (di esperienza etnografica sul campo manco a parlare) a supporto di tante affermazioni; molti parallelismi tra miti e riti sembrano più che altro puntare sulla suggestione. A tratti Girard assume accenti quasi sapienziali: lo fa anche Nietzsche, si dirà; ma il filosofo francese non ha certo il dono della scrittura aforistica che salva in extremis Nietzsche qualunque cosa scriva.