I vinti non dimenticano. I crimini ignorati della nostra guerra civile di Giampaolo Pansa edito da Rizzoli

I vinti non dimenticano. I crimini ignorati della nostra guerra civile

Editore:

Rizzoli

Collana:
BUR Best BUR
Data di Pubblicazione:
29 giugno 2015
EAN:

9788817084574

ISBN:

8817084573

Pagine:
480
Argomenti:
Storia postbellica del 20. Secolo: dal 1945 al 2000, Indipendenza e liberazione nazionale, post-colonialismo
Acquistabile con la

Descrizione I vinti non dimenticano. I crimini ignorati della nostra guerra civile

"Quando pubblicai Il sangue dei vinti nell'ottobre 2003, venni linciato dalle sinistre. Tre anni dopo, nel 2006, per l'uscita di un altro mio lavoro revisionista, La grande bugia, fui aggredito a Reggio Emilia da una squadra di postcomunisti violenti. Perché i nipoti dei trinariciuti dipinti da Giovanni Guareschi mi inseguivano? I motivi erano soprattutto due. Avevo dato voce ai fascisti, obbligati dai vincitori a un lungo silenzio. E avevo posto il problema del Pci e del suo obiettivo nella guerra civile: fare dell'Italia un paese satellite dell'Unione sovietica. Oggi l'Urss non esiste più, anche il Pci è scomparso. Eppure le sinistre continuano a non accettare che si parli delle pulsioni autoritarie dei comunisti italiani e del loro legame con Mosca. E per sfida che nei Vinti non dimenticano ho scritto le pagine che mi ero lasciato alle spalle. L'occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e Fiume, guidata dal servizio segreto di Tito, con migliaia di deportati scomparsi nel nulla. La sorte delle donne fasciste, stuprate e poi soppresse. Le uccisioni di comandanti partigiani e di politici socialisti e democristiani che si opponevano al predominio comunista. La verità è sempre una chimera. Ma non si può cercarla quando si è accecati dalla faziosità politica. Nei Vinti non dimenticano ho rifiutato ancora una volta la storia inquinata dall'ideologia. Questo mi fa sentire un uomo libero, come lo sono i miei lettori." (G. Pansa)

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2 di 5 su 6 recensioni

I vinti non dimenticanoDi p. paola-19 maggio 2011

Giampaolo pansa descrive i fatti e i misfatti accaduti durante la guerra in modo chiaro facendoci capire che non fù solo una guerra di liberazione ma anche una guerra civile e che sono stati commessi dei crimini, facendo così riflettere il lettore su come andarono le cose durante la guerra.

E' comunque la nostra storiaDi C. Roberto-7 aprile 2011

L'intento di ricordare chi è risultato, alla fine della seconda guerra mondiale, tra i perdenti, non sembra sufficiente a dare al libro uno spessore e una qualità storica adeguata. L'ossessiva recriminazione contro il predominio comunista nella lotta partigiana a discapito delle altre formazioni affatica inutilmente il libro. E' encomiabile, in ogni caso, la ricerca di una verità storica che, conforme o meno alle proprie idee, i vinti, come i vincitori, meritano.

Bello ma...Di L. Pietro-30 marzo 2011

Sicuramente interessante dal punto di vista storico e culturale, ma non compete con il "Sangue dei vinti". Molti argomenti andavano approfonditi, soprattutto per quanto riguarda Fiume, Istria e Dalmazia, e la zona del triestino tutta, flagellate dai comunisti di Tito. Anche i capitoli riguardanti gli stupri commessi dai marocchini sono un pò poveri, sono trattati solo pochi casi. Interessanti invece i capitoli riguardanti le donne del Servizio Ausiliario Femminile seviziate e uccise, ben curati e raccontati.

Ha stancatoDi C. Luigi-14 dicembre 2010

Credo che Pansa con questi suoi annuali libri "revisionistici" abbia stancato un pò tutti. Sarebbe decisamente ora che la smettesse. Quest'ultimo in particolare è decisamente deludente sotto ogni profilo, quello storico, chiaramente, in primis

ZittoDi C. Luigi-24 novembre 2010

Questo scrittore che già apprezzavo poco quando era di sinistra e scriveva per l'Espresso, da quando è diventato un saccente servitore del potere mi fa proprio... Non lo dico altrimenti non mi pubblicate la recensione

Occasione mancataDi V. Maria-16 novembre 2010

Devo ammettere che il libro mi ha deluso, soprattutto nella parte riguardante Trieste e Gorizia (che era stata reclamizzata), due città da cui provengo e dove sono cresciuta con i racconti delle persone che hanno vissuto i drammatici quaranta giorni, e non solo quelli. Il dramma vissuto nelle martoriate terre del Friuli, della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia, dove Trieste, Gorizia e Fiume erano soltanto l'apice di una piramide di carne e sangue innocente, meritava forse qualcosa di più di due capitoletti, perchè assolutamente diverso da quello degli eccidi già descritti da Pansa nei suoi libri. Qui agiva un branco di disgraziati che, sotto l'etichetta di coloro che combattevano per la liberazione della Patria, operava in realtà per fare annettere un pezzo di Italia alla Jugoslavia. Qui è stata effettuata una vera e propria pulizia etnica, termine che la maggior parte degli italiani, per convenienza politica ha conosciuto soltanto in occasione della recente guerra interna che ha portato alla disgregazione della Jugoslavia, ma che gli abitanti di quelle terre porta ancora nella propria mente e nel proprio cuore. Che senso ha elencare con nome, cognome ed età le donne sparite a Gorizia? I loro parenti ed i loro amici li hanno incisi nel cuore, per gli sconosciuti un nome vale l'altro, meglio sarebbe stato approfondire le reali motivazioni che hanno portato a quel massacro. Pansa, come scrittore, mi piace, ho letto tutto d'un fiato I tre inverni della paura e apprezzato altri suoi scritti, ma, forse perchè qui la cosa mi tocca più da vicino, non sono più riuscita ad andare avanti nella lettura dopo i due capitoli citati; l'incanto della lettura si è rotto. Dò un due al libro, aggiungendo un mezzo solo pensando a quelli che lo hanno preceduto e che mi sono piaciuti. Faccio ammenda per non aver scritto una cosa importante nella mia precedente recensione, peccando un po' di partigianeria: Riconosco all'Autore il coraggio di avere portato alla luce in questo ed in altri suoi libri crimini che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti ai più... Guai ai vinti!