Vincere è l'unica cosa che conta di Franco Causio, Italo Cucci edito da Sperling & Kupfer

Vincere è l'unica cosa che conta

Collana:
Varia
Data di Pubblicazione:
10 novembre 2015
EAN:

9788820059552

ISBN:

882005955X

Pagine:
154
Formato:
rilegato
Argomenti:
Calcio, Squadre e club sportivi
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Vincere è l'unica cosa che conta

Classe e dribbling, piedi di velluto ed eleganza atletica: Franco Causio, il "Barone", ha fatto della fantasia uno dei suoi tratti distintivi. Nato a Lecce, è diventato grande alla Juventus in cui ha giocato dodici stagioni e con cui ha vinto sei scudetti, una Coppa Uefa e una Coppa Italia, oltre ad aver partecipato a tre mondiali (compreso quello vinto nell'82). Campione indiscusso e uomo di poche parole, ha giocato con e contro i più grandi calciatori di un periodo leggendario: Zoff, Gentile, Tardelli, Rossi, Scirea, Facchetti, Altafini, Zico, Platini, Cruijff, Maradona ... un mitico album delle figurine rimasto nel cuore di milioni di innamorati del pallone. In questo libro, per la prima volta Causio si racconta con la schiettezza che l'ha sempre caratterizzato e rievoca tempi e personaggi del grande calcio degli anni Settanta e Ottanta. Da Bearzot a Boniperti - è sua la frase "Vincere non è imporrante, è l'unica cosa che conta" -, da Giovanni Agnelli al presidente Pertini, da Trapattoni a Brera ... non solo calcio, ma anche un'Italia diversa, piena di speranze e fermenti, con gli stadi ancora pieni e i campioni che spalavano da soli la neve per liberare il campo e giocare. Un ragazzino del sud che diventa uno dei campioni più amati nella Torino della Fiat. Fama di ribelle e piedi d’oro, Franco Causio si racconta per la prima volta in Vincere è l’unica cosa che conta. In un dialogo appassionato con il giornalista sportivo Italo Cucci, il Barone si confessa con la schiettezza che l’ha sempre caratterizzato e rievoca in questo libro per la prima volta tempi e personaggi del grande calcio degli anni Settanta e Ottanta. Da Bearzot a Boniperti, da Giovanni Agnelli al presidente Pertini, con il quale Causio giocò una ormai leggendaria partita a scopone. Classe e dribbling, piedi di velluto ed eleganza atletica: Franco Causio, ha fatto della fantasia uno dei suoi tratti distintivi. Nato a Lecce, dodici stagioni alla Juventus, sei scudetti, tre Mondiali (compreso quello vinto nell’82), una coppa Italia, una coppa Uefa: campione indiscusso e uomo di pochissime parole. Non solo calcio, quindi, ma anche un’Italia piena di speranze e cambiamenti, con gli stadi ancora pieni e campioni che si spalavano da soli la neve per liberare il campo e giocare. Quella che descrivono Italo Cucci e Franco Causio in Vincere è l’unica cosa che conta è una nazione diversa, in cui lo sport era un valore e non solo un business. E leggendo queste pagine torna la voglia di quel calcio, di quelle palle tirate con passione, di intere famiglie bloccate davanti alla televisione in un’Italia dell’82 che sembra ora non assomigliarci per niente. Il Barone racconta la purezza e la competizione e riesce a far stare le due parole nella stessa frase.

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