I Viceré di Federico De Roberto edito da Einaudi

I Viceré

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
20 settembre 2006
EAN:

9788806184438

ISBN:

8806184431

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Trama I Viceré

Storia di tre generazioni della potente famiglia catanese degli Uzeda di Francalanza, di antica origine spagnola, pronta a tutto pur di conservare la supremazia anche nella nuova, contraddittoria Italia unita. Il formidabile esempio con cui si è misurato Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un'implacabile lezione di opportunismo politico. Eppure, a parte Capuana e Verga, Federico De Roberto (Napoli 1861 - Catania 1927), ebbe pochi sostenitori e soprattutto un detrattore famoso, Benedetto Croce, che stroncò tutte le sue opere. La rivalutazione di De Roberto è cominciata solo dopo la Seconda guerra mondiale, con la pubblicazione di diversi saggi critici. Proponiamo in questa edizione gli scritti di Luigi Baldacci e Leonardo Sciascia.

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Una splendida lezione di opportunismo politicoDi D. Francesco-7 aprile 2014

Spesso oscurato dall'"ingombrante" fortuna de "I Malavoglia", "I Viceré" (si badi alla natura dell'accento, che è acuto, non grave) è senz'ombra di dubbio uno dei romanzi italiani più interessanti scritti a cavallo tra XIX e XX secolo. Ispirato al principio positivistico e naturalistico della "race", questo romanzo narra la storia della potente famiglia catanese degli Uzeda di Francalanza, di antica origine spagnola, pronta a tutto pur di conservare la supremazia anche nella nuova, contraddittoria Italia unita. Il romanzo - diviso in tre parti - prende le mosse dalla morte della crudele e dispotica principessa Teresa fino al successo politico del principino Consalvo (figlio del principe Giacomo e, pertanto, erede del titolo e dell'immenso patrimonio familiare) che, pur essendo di fede reazionaria e borbonica, finge di nutrire idee democratiche e liberali. Si tratta, dunque, di un'implacabile lezione di opportunismo politico, di un quadro esauriente del fallimento degli ideali risorgimentali, un esempio con cui si è inevitabilmente dovuto misurare Giuseppe Tomasi di Lampedus con "Il Gattopardo".

Un affresco della Sicilia risorgimentale.Di P. Donatella-16 agosto 2011

Lo scrittore proietta davanti ai nostri occhi di lettore in maniera estremamente dettagliata e realistica le vicende spesso aspre ed egoistiche della dinastia degli Uzeda (appunto i Vicerè) con tutte le loro contraddizioni di aristocratici ormai legati a un mondo che cambia, a un mondo che sta per tramontare. L'amarezza e nello stesso tempo la verità che ci trasmette l'autore attraverso i suoi personaggi è anche la contrapposizione di un mondo di casta che sta per morire per poi rinascere a nuova forma e il personaggio che meglio interpreta questo passaggio temporale è il "principino" Consalvo, che decide di candidarsi al parlamento italiano convinto che se prima c'era un re assoluto a cui obbedire ora c'è un intero popolo, con la differenza che il popolo è più facile da ingannare in quanto meno egoista ma molto più servile. Giudico il libro come un grande classico che merita di essere letto non solo per la splendida prosa di De Roberto, ma soprattutto perché ci fa conoscere una delle tante contraddizioni legate a un periodo storico molto importante per l'Italia, quale è stato il Risorgimento.