
Il ventre di Napoli
- Editore:
Alcheringa
- Collana:
- Gli smeraldi
- Data di Pubblicazione:
- 18 giugno 2020
- EAN:
9788894897678
- ISBN:
8894897672
- Pagine:
- 150
- Formato:
- brossura
Libro Il ventre di Napoli di Matilde Serao
Trama libro
Questo libro è stato scritto in tre epoche diverse. La prima parte, nel 1884, quando in un paese lontano, mi giungeva da Napoli tutto il senso di orrore, di terrore, di pietà, per il flagello che l'attraversava, seminando il morbo e la morte: e il dolore, l'ansia, l'affanno che dominano, in chi scrive, ogni cura, d'arte, dicano quanto dovette soffrire profondamente, allora, il mio cuore di napoletana. La seconda parte, è scritta venti anni dopo, cioè solo due anni fa, e si riannoda alla prima, con un sentimento più tranquillo, ma, ahimè, più sfiduciato, più scettico che un miglior avvenire sociale e civile, possa esser mai assicurato al popolo napoletano, di cui chi scrive si onora e si gloria di esser fraterna emanazione. La terza parte è di ieri, è di oggi: né io debbo chiarirla, poiché essa è come le altre: espressione di un cuore sincero, di un'anima sincera: espressione tenera e dolente: espressione nostalgica e triste di un ideale di giustizia e di pietà, che discenda sovra il popolo napoletano e lo elevi o lo esalti! (Napoli, autunno 1905 - Matilde Serao).
Recensioni degli utenti
Il ventre di Napoli e altre storie - 27 luglio 2011
E' un po' triste osservare come la situazione a Napoli non sia cambiata poi molto. Le pagine dedicate all'inutilità di interventi urbanistici spacciati come risolutivi e invece meramente cosmetici sembrano preannunciare ben più recenti polemiche di epoca bassoliniana, e le osservazioni relative al rapporto fra costo della vita e reddito medio dei popolani talvolta paiono profetizzare attualissime proposte di gabbie salariali. La Serao che parla di Napoli è la Serao al suo meglio, combattiva e polemica come una Fallaci di fine Ottocento, e col merito di esserlo in una società in cui le donne erano considerate molto meno d'adesso... La Serao dei racconti invece mi piace meno: patetica e sentimentale, lontana anni luce dall'oggettività distaccata e pur profondamente umana, che so, di un Verga e del Verismo tutto. Ma se Verga, nel suo distacco, mi fa sentir vicini i pescatori di Aci Trezza, il patetismo della Serao mi rende i popolani napoletani figure di teatro, personaggi e non persone. E con ciò, tanti saluti, se mai c'è stata, alla pretesa di denuncia civile e morale.