Venne alla spiaggia un assassino

Dopo “La femmina nuda”, finalista al Premio Strega nel 2016, “Venne alla spiaggia un assassino” di Elena Stancanelli racconta la personale esperienza della scrittrice fiorentina a bordo della nave di una ONG che salva i migranti nel Mediterraneo.
Un libro che è il diario di un periodo. Elena inizia a scriverlo nell’ottobre del 2018, per fare un po' d'ordine nella sua testa e per provare a comprendere un po' meglio cosa sta accadendo nelle acque internazionali che separano le coste italiane da quelle libiche. Sono passati poco più di sei mesi dalle elezioni politiche e chi governa l'Italia ha trasformato l'ignoranza e la violenza in lessico condiviso, gettando le fondamenta di una civiltà chiusa e cinta da muri. L’odio e la paura a cui tutto questo si richiama hanno radici molto profonde, non c'è dubbio: eppure, pensa Elena, è un dovere della civiltà quello di tutelare i diritti umani, facendo il possibile per arginare rabbia, ignoranza e violenza. Una ONG è una comunità di persone, che cooperano con un obiettivo politico: salvare vite umane. E come scrive l'autrice: «Niente può tenere in piedi una civiltà, non voglio dimenticarlo mai più, se non la comunità e la politica.»
"Venne alla spiaggia un assassino" di Elena Stancanelli è il racconto in presa diretta - scritto da una grande autrice - di una delle pagine decisive del nostro presente.