Venezia e Lubecca 1580-1700 di Alexander F. Cowan edito da Il Veltro

Venezia e Lubecca 1580-1700

Editore:

Il Veltro

Traduttore:
Pavanini P.
Data di Pubblicazione:
1991
EAN:

9788885015326

ISBN:

8885015328

Pagine:
368
Argomento:
Storia moderna dal 1450-1500 al 1700
Acquistabile con la

Descrizione Venezia e Lubecca 1580-1700

Alexander Francis Cowan, docente di Storia, presenta un'indagine su una peculiare istituzione sociale, il patriziato urbano, all'inizio dell'età moderna. L'indagine evidenzia che il patriziato, costituito da quelle famiglie che detenevano il massimo potere sociale, economico e politico in una data città, continuava ad esistere numeroso nei secoli XVI e XVII. Era questo il caso della Germania e dell'Olanda, come pure dell'Italia settentrionale e centrale. Lubecca e Venezia rientrano anch'esse in questo comune modello. In entrambe le città esisteva un patriziato con una propria identità, caratterizzato da una posizione elevata, dalla ricchezza, dal potere politico e soprattutto da un alto grado di coesione.

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RECENSIONEDi T. FRANCO-29 luglio 2008

Il volume di Alexander Francis Cowan, docente di Storia al Newcastle Polytechnic, reca un contributo originale all'indagine su una peculiare istituzione sociale, il patriziato urbano all'inizio dell'età moderna. L'edizione originale, in lingua inglese, fu pubblicata in Germania dalla Böhlau Verlag GmbH&Cie di Colonia nella Collana «Quellen und Darstellungen zur Hansischen Geschichte». Una tale indagine evidenzia che il patriziato, costituito da quelle famiglie che detenevano il massimo potere sociale, economico e politico in una data città, continuava ad esistere numeroso nei secoli XVI e XVII. Era questo il caso della Germania e dell'Olanda, come pure dell'Italia settentrionale e centrale. Lubecca e Venezia rientrano anch'esse in questo comune modello. In entrambe le città esisteva un patriziato con una propria identità, caratterizzato da una posizione elevata, dalla ricchezza, dal potere politico e soprattutto da un altro grado di coesione, che distingueva immediatamente le casate patrizie da quelle immediatamente inferiori nella gerarchia urbana. I due patriziati, quello di Venezia e quello di Lubecca, appartenevano a due culture diverse tra loro, e queste diversità si rivelano ad ogni stadio del confronto; tuttavia le caratteristiche comuni definiscono un modello che si può applicare al patriziato europeo in generale. Lubecca era innanzitutto una città del Nord, luterana sin dalla Riforma e parte di un movimento coloniale che si allargava alle coste del Baltico, portando nella città un flusso costante di immigrati provenienti da aree più occidentali. Si trattava di una comunità incentrata soprattutto sugli affari, in cui scarso era l'interesse per l'arte e per le idee. Venezia, nonostante la sua vantata libertà di pensiero, era essenzialmente una comunità cattolica, in cui gli atteggiamenti verso matrimonio, famiglia e società risultavano influenzati dagli insegnamenti della Chiesa. Essa faceva anche parte di quella cultura mediterranea in cui la tradizione delle grandi discendenze familiari era, tra i ricchi, assai forte. Al contrario di Lubecca, i suoi vasti territori sulla terraferma e sul mare permisero alla Repubblica un approccio di ampio respiro al mondo delle idee e delle arti. Per tutto il corso dei secoli XVI e XVII Venezia rimase uno dei più grandi centri della cultura e dell'arte. Queste significative differenze culturali si riflettono nella forma, nella composizione, nel modo di vita dei due patriziati. Come la maggior parte delle città tedesche, Lubecca aveva un patriziato aperto; non esistevano controlli istituzionali sulla condizione sociale, sebbene le differenze sociali si riflettessero nelle leggi suntuarie e nell'ordine di precedenza stabilito per le solennità cittadine. L'ammissione al patriziato era concessa a seguito del matrimonio con una donna di famiglia patrizia, per l'appartenenza ad una delle grandi confraternite mercantili (Fahrerkompanien), alla Kaufleutekompanie, alle professioni liberali, dopo la nomina o l'elezione a cariche importanti. Il patriziato veneziano, al contrario, era chiuso per legge a qualsiasi infiltrazione dall'esterno: un elemento, questo, di una tradizione di esclusivismo comune all'Italia settentrionale e centrale. L'accesso al Maggior Consiglio era consentito soltanto ai figli maschi legittimi dei patrizi, ed anche dopo che la condizione di patrizio era stata posta in vendita, nel 1646, l'ammissione al patriziato veniva ancora filtrata attraverso procedimenti amministrativi, e concessa in base ai meriti del richiedente. Differenze notevoli tra i due patriziati, dunque, ma anche importanti concordanze. Tra queste centrale per entrambi è il ruolo della coesione sociale: i legami tra i membri del patriziato conferiscono ad essi un potere collettivo e segnano una linea di divisione rispetto ai non appartenenti al patriziato più efficace di qualsiasi segno esteriore. L'indagine di Cowan non pretende di essere esaustiva, ma costituisce certamente un importante punto di partenza da cui poter affrontare talune questioni più specifiche, ma non meno interessanti, sui due patriziati. Franco Tagliarini