Il vagabondo delle stelle di Jack London edito da Adelphi

Il vagabondo delle stelle

Editore:

Adelphi

Collana:
Gli Adelphi
Edizione:
3
Traduttore:
Manferlotti S.
Data di Pubblicazione:
4 maggio 2005
EAN:

9788845919701

ISBN:

8845919706

Pagine:
400
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Il vagabondo delle stelle

Come "Martin Eden", questo romanzo troverà sempre appassionati - per i quali resterà il libro del cuore. Solo un "realista selvaggio" come Jack London poteva gettarsi in una vicenda così temeraria, che a partire da uno scenario che ricorda "Forza bruta" ci fa veleggiare nel cosmo e nelle epoche con stupefacente naturalezza. All'inizio siamo infatti nel braccio degli assassini di San Quentin, in California, dove il protagonista viene regolarmente sottoposto alla tortura della camicia di forza. Ma in quella condizione disperata, con feroce autodisciplina, riuscirà a trasformarsi in un moderno sciamano che attraversa le barriere del tempo come muri di carta. Amato da lettori fra loro distanti come Leslie Fiedler e Isaac Asimov, "Il vagabondo delle stelle", ultimo romanzo di Jack London, è anche il suo libro più originale, estremo - che si colloca in una regione di confine del firmamento letterario, fra Stephen King e Carlos Castaneda.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 10 recensioni

Lo spirito immortaleDi Z. Monica-21 giugno 2018

Un'emozione diffusa che ti cattura e rapisce portandoti ad errare tra le stelle. Non racconta di una vita ma di molteplici vite vissute e ricordate. E l'uomo, nel ricordo, diventa immortale. Un diario da leggere... Innumerevoli volte.

Il vagabondo delle stelleDi m. giancarlo-6 agosto 2012

Il buon vecchio Jack qui si conferma e si supera come scrittore drammatico, toccando livelli dei suoi piu' noti romanzi. Un libro assolutamente da leggere e da gustare pagina dopo pagina. Sono sempre stato un grande estimatore di London e purtroppo solo ora ho letto questo breve libro e senz'altro lo rileggero' tra un paio di anni.

Filosofia e mondoDi F. Matteo-28 aprile 2012

Un romanzo che fonde la realtà e la vita all'interno dei pensieri del protagonista. Condannato a morte si deve mettere a confronto con un nuovo mondo: quello del carcere. Da questo momento potremo assistere ad uno scoppio della filosofia, ad una denuncia della società umana e dell'ottusità che ci divora. L'unico modo per scappare di lì è ''vagare' 'nelle stelle del proprio animo, i sogni.

Un viaggio meraviglioso nella vitaDi C. Giuseppe-11 agosto 2011

Jack London ha concluso la sua carriera di scrittore in grande stile. Il vagabondo delle stelle è uno dei libri più belli che siano mai stati scritti. Si può sfuggire al dolore della camicia di forza in una prigione americana all'inizio del'900? Sì, se si è un vagabondo delle stelle! Il protagonista di questa bellissima storia attraversa lo spazio e il tempo con la mente e rivive le sue vite passate. Grande romanzo con una fortissima critica alla pena di morte. Imperdibile!

Il vagabondo delle stelleDi T. Paola-28 luglio 2011

Strana bestia, la fama. Questo scrittore è celebre per aver creato zanna bianca e non per questo classico della letteratura. Giocato su due registri che la sapiente penna di London riesce a far convivere (abbastanza) armoniosamente. La storia "reale" ed immanente, di Darrell Standing, il condannato a morte per futili motivi, e di tutta la sua vita carceraria. Carcere dove entra non per futili motivi (uccide un uomo per amore) ma dove si scontra con l'ottusità di quel mondo, con le sue false regole, con il direttore ed i secondini che cercano in tutti i modi di fiaccarne la caparbietà. Questa è la parte di denuncia, nata dalla volontà di London da una parte di descrivere un mondo da lui sfiorato in gioventù e dall'altra di dare una mano ad un suo amico, Ed Morrell, realmente imprigionato e che realmente vive le quotidiane angherie di carcerieri e carcerati. Su questo filone, si innesta la poesia del detenuto che, per sfuggire a queste torture trova il modo di "uscire da sé stesso", quasi di auto-ipnotizzarsi. Ed in questo stato "comatoso", di rivivere tutte le sue vite passate. Qui bisogna fare un piccolo salto nel percorso piano della logica, accettando questo spirito vagante, che attraversa tutte le ere del mondo. Non è nelle corde del reale. E non è neanche nelle corde di filosofie orientaleggianti sottese alla metempsicosi (tra l'altro, qui London fa un po' di tirate filosofiche che sono forse la cosa che meno mi è piaciuta del libro) . Ma una volta accettato questo modo di fuggire dal presente per non esserne travolto, quanta bellezza in tutte queste vite che si innestano una sull'altra, andando su e giù per il tempo e per lo spazio. Quanto sono belli tutti questi micro-racconti che come rami vivi di un grande albero, si innalzano per raccontarci le tante (anche se non tutte) storie dello spirito-Darrell. Come altri meglio di me hanno scritto, sembra di avere tra le mani un martirologio, dove in ogni storia dello spirito-Darrell c'è sempre qualcosa che va male. In fondo, in tutte le sue vite Darrell non fa che morire ogni volta. Più o meno crudelmente. Più o meno di sua volontà. E quando non muore di morte violenta, quasi ne cita i passi salienti ma sorvola un po' . Quasi che il suo interesse sia proprio quello di far vedere la sofferenza. E l'ottusità dell'uomo. Sia dell'uomo Darrell, che a volte ottusamente va verso la morte. Sia del resto dell'umanità. Volano le sue vite, dalla Francia settecentesca, dove muore in duello, al Missouri ottocentesco, dove muore massacrato dagli indiani, da un'imprecisata Corea alla bella storia del vichingo diventato soldato (e cittadino) romano e del suo incontro con Pilato e Gesù nella Gerusalemme occupata (e questa è forse la storia più intensa, dove London, oltre a sentirsi partecipe, non cade nel trabocchetto letterario di cambiare il passato; non è sua intenzione fare un'ucronia, ma raccontare degli uomini e delle loro passioni) . Fino a riecheggiare il Robinson del naufragio ed altri archetipi letterari. L'immagine più tenera a me l'ha data comunque quando, troglodita ai tempi della tigre dai Denti a Sciabola, la sua donna si stringe a lui per non farlo andare in situazioni di morte certa. Che dolcezza in quella stretta. Dolcezza che poi permette a London di fare anche una bella tiratina sulle donne e sul fatto che, in realtà, sono poi loro il motore della vita. La sua penna riesce a saltare dallo ieri e dall'altro ieri al presente, con moti di scivolamento che non danno nessuna rottura all'unitarietà della trama. Insomma, mi è piaciuto, l'ho trovato leggibile anche a distanza di quasi cento anni. E mi ha rimandato due cose: l'immutabilità (purtroppo) di certe situazioni carcerarie (così come, pur lievemente, ho avuto modo di toccare durante i miei seminari) e la forza di volontà del proprio essere, che, di fronte al bivio tra perire o soccombere, trova il modo di volare via e, in definitiva, di non morire mai.

EvasioneDi A. Coppo-15 luglio 2011

Romanzo che racconta il dramma di un prigioniero condannato alla pena capitale, rinchiuso in cella di isolamento e sottoposto alle peggiori torture, costretto dalla camicia di forza. In queste occasioni l'inerme protagonista finisce per abbandonarsi a se stesso, trovando la propria disperata via di fuga: l'evasione mentale.