L' uomo che allevava i gatti e altri racconti
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi tascabili. Scrittori
- A cura di:
- M. R. Masci
- Traduttore:
- Turc-Crisà D., Marconi L., Trentin G.
- Data di Pubblicazione:
- 22 aprile 2008
- EAN:
9788806191573
- ISBN:
8806191578
- Pagine:
- 256
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Racconti
Trama L' uomo che allevava i gatti e altri racconti
I campi di sorgo sono teatro delle fatiche dei contadini, ma anche il territorio notturno dove le volpi si accendono come scie di fuoco per indicare la strada a chi si è perso; nelle acque del fiume annegano i bambini, ma nei giorni di nebbia gli spiriti-tartaruga salgono in superficie a banchettare in abito da sera; i più razionali dirigenti del Partito possiedono un terzo occhio per vedere attraverso i muri, ma lo chiudono quando hanno troppa paura... I personaggi di questi racconti sembrano sempre sul punto di soccombere, ma conservano una loro leggerezza magica. In particolare, sono i bambini a impersonare il confine tra fragilità assoluta e capacità di illudere il mondo, di fare miracoli. Secondo Mo Yan sono loro a portare sulle spalle il peso dell'anima: tra esseri umani che spesso hanno dimenticato di essere stati anche loro, un giorno, figli e bambini.
Inserisci la tua e-mail per essere informato appena il libro sarà disponibile
Recensioni degli utenti
PARTICOLARISSIMO-10 dicembre 2010
Questo libro mi ha lasciata basita, in senso assolutamente positivo! Non avevo mai letto alcun libro della letteratura cinese, e dopo la lettura di questo capolavoro di Mo Yan, credo che comincerò a farlo. E' una raccolta di racconti, che narrano in maniera vivida e realistica la Cina di un po' di anni fa' , un Paese duro, dove la durezza del territorio si fonde con la durezza dei suoi abitanti e dei suoi costumi. Questo libro è importante per capire davvero la Cina e i Cinesi, al di là dei luoghi comuni che si sono diffusi tra gli Occidentali!
L'uomo che allevava i gatti-14 novembre 2010
Un libro bellissimo, ma decisamente duro. Non sono più riuscita a rileggerlo dopo la prima volta, perché la sensazione di sconvolgimento che mi avevano dato quei racconti non era cosa che mi sentissi di sopportare di nuovo. Però bello, bello, bello in maniera crudele.