Umiliati e offesi di Fëdor Dostoevskij edito da Garzanti

Umiliati e offesi

Editore:

Garzanti

Edizione:
8
Traduttore:
Guercetti E.
Data di Pubblicazione:
22 ottobre 2003
EAN:

9788811367338

ISBN:

8811367336

Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Umiliati e offesi

Tema centrale è il male che si annida negli angoli oscuri della città dove regnano la miseria, la degradazione e la violenza, corrompe i "puri" che si lasciano irretire dalla menzogna e avvelenare dall'orgoglio. Incarnazione di questo male è il principe Valkovskij, intorno al quale ruotano le complesse vicende del romanzo.

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4 di 5 su 2 recensioni

Romantico e struggenteDi g. Tommaso-10 marzo 2012

Un romanzo basato su valori antichi e scomparsi, su dignità e rispetto. La bellezza e la grande abilità di Dosto sta anche qui nella descrizione dell'animo umano, nessuno meglio di lui riesce a rendere così vive le passioni, i desideri, i tratti nascosti dell'intimo. Magnifico il personaggio del principe, il malvagio che finge con ipocrisia e piena consapevolezza della propria doppiezza e che resta impunito nonostante tutto. Tutti personaggi sono descritti con tale realismo che a posteriori ancora ripenso a loro come persone un tempo conosciute, che mi fanno pena, che ammiro o che mi sono amiche.

Umiliati e offesiDi B. Salvo-10 agosto 2011

Pur non essendo l'opus magnum del grande scrittore russo, Umiliati e offesi (insieme a piccoli gioielli come Il giocatore) è la prova che qualunque opera sia uscita dalla penna di Dostoevskij riesce ad essere trascinante, coinvolgente, significativa. Nato come romanzo a puntate pubblicato su Vremja a scopo puramente lucrativo, Umiliati e offesi potrebbe descriversi come un feuilleton elevato a dignità letteraria; è certo ed innegabile che alcuni personaggi siano eccessivi, contornati di sensazionalismo a tinte forti. C'è del melodramma, ci sono degli aspetti della vicenda cui è difficile credere, ma l'architettura della trama è ben concepita, la lettura è piacevole, i momenti di commozione sono sinceri e sentiti, e non mancano echi e riferimenti a tematiche autobiografiche dostoevskiane, sempre presenti nei suoi scritti. L'intreccio consiste di due sotto-trame che gradualmente convergono in una; asse portante è il tormentato rapporto padre figlia e il senso dell'onore ferito, della riparazione ai torti subiti per mezzo della sofferenza come espiazione. Una sofferenza spesso fine a se stessa, una "sofferenza egoista" come l'autore stesso la definisce; crogiolarsi nelle lacrime, nel tormento e nel silenzio è spesso l'unica soluzione che i personaggi trovano, la corona di spine di quell'ingiustizia sociale di cui il grande scrittore tanto spesso ha narrato e il cui sapore amaro ha dovuto provare così terribilmente su se stesso. Una sorta di quadrilatero amoroso lega Nataa, Katjia, Ala e Ivan, il narratore, scrittore squattrinato e alle prime armi, una figura di ispirazione autobiografica; uno strano quadrilatero in verità, senz'ombra di gelosia nonostante il tormento divori in modi diversi ognuno dei componenti, eppure tutti anelanti alla felicità dell'amato. A costoro si aggiungono gli Ichmenev, genitori della ripudiata Nataa, fuggita con Alsa, figlio del principe Valkovskij, e soprattutto la piccola Nelly, la cui disgraziata storia costituisce l'ossatura della seconda sotto-trama. Nelly sembra ispirata ai piccoli derelitti dei romanzi dickensiani, che Dostoevskij lesse e apprezzò durante la condanna siberiana, mentre Valkovskij è una sorta di abbozzo di Stavrogin, una di quelle perverse creature dostoevskiane che resteranno incise nella memoria dei lettori. Il mondo è dei perfidi, sembra dire Dostoevskij, e per le persone moralmente migliori non c'è scampo, non potranno non essere condannate all'umiliazione e alle offese, destinate alla sconfitta, all'infelicità, alla morte, senza via d'uscita, per sempre, inevitabilmente.