L' ultima provincia di Luisa Adorno edito da Sellerio Editore Palermo

L' ultima provincia

Data di Pubblicazione:
2 luglio 2009
EAN:

9788838924033

ISBN:

8838924031

Pagine:
215
Formato:
brossura
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Trama L' ultima provincia

È difficile dalla letteratura italiana moderna e contemporanea ritagliare, sia pure in antologia di non rilevante volume, una letteratura delle istituzioni. Che cosa è il Parlamento, che cosa una prefettura, un ufficio di polizia, un consorzio agrario, un ente di assistenza, una capitaneria di porto, uno stato maggiore, e così via, si ha l'impressione che soltanto la letteratura italiana ne abbia mancato la rappresentazione. Tanto vero che indelebili ci restano le eccezioni a questa regola: il Parlamento dell'Imperio di De Roberto, la questura di Roma di Carlo Emilio Gadda, l'Eca di Palermo di Matteo Collura... Questo libro di Luisa Adorno racconta che cosa è una prefettura, che cosa è un prefetto. E lo racconta con una vivacità, un'ironia, un brio da far pensare a certe pagine di Brancati. Leonardo Sciascia (1983)

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4 di 5 su 2 recensioni

DeliziosoDi M. Cristina-12 febbraio 2012

Si ritrova il piacere della lettura con questo bel romanzo. La prosa forse è un po' datata, ma la narrazione è arguta e anche se non fa spanciare dalle risate, il sorriso è costante, mentre la Adorno ci descrive la sua nuova vita da giovane sposa presso la famiglia acquisita. Assolutamente deliziosa la caratterizzazione della suocera, maniaca della salute e la descrizione della tenuta di Belverde, in cui sembra di respirare il profumo del succo d'uva appena pigiato o degli agrumi.

L'ultima provinciaDi C. Lia-30 luglio 2011

Esordio letterario dell'autrice, si intravedono già grosse potenzialità. Storia (autobiografica) del passaggio dalla giovinezza ribelle e segnata da Guerra e Resistenza, ad un dopoguerra dove, sposandosi, entra in contatto con un mondo "alieno": una prefettura italiana degli anni '50, con tutto il suo corredo di burocrazia e personaggi eponimi. Sciascia, nella sua introduzione, lo paragona a certe pagine di Brancati. Io ne riporto il detto, non avendone le capacità di commentare. Io ho gradito, quelle descrizioni di case che da contadine pian piano si fanno borghesi. Quei personaggi in bilico tra dovere e clientela. L'immensa Prefettessa, con tutto il suo bagaglio di silenzi, di piccoli cani, di paure e di trasalimenti. La storia in sé non c'è, per raccontarla si dovrebbe trovare quell'artificio di un vecchio Calvino che per riportare la storia ne ripercorre analiticamente tutti i passi, facendone un sunto più lungo dell'originale.