Tutto procede in perfetto disordine di Gianluca Antonacci edito da Palomar

Tutto procede in perfetto disordine

Editore:

Palomar

Collana:
Spiragli
Data di Pubblicazione:
2007
EAN:

9788876002014

ISBN:

8876002014

Pagine:
120
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Trama Tutto procede in perfetto disordine

Party esclusivi, sabati by night, corse notturne. E ancora, mancanza d'amore e alienazione. Chi non ce la fa e chi sa di non farcela. Le vicende si svolgono a Taranto, periferia d'Italia, dove il benessere è apparente, il lusso si ostenta e la borghesia s'impreziosisce di velleità. Le storie narrate sono i tasselli di un puzzle gettati confusamente su un tavolo. Tutto procede in perfetto disordine è un romanzo cinico dall'ironia acre e sgarbata.

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5 di 5 su 1 recensione

Disse(s)tati alla metaDi S. IVANO-22 luglio 2010

Alla voce dissesto, sullo Zingarelli, c'è scritto “disastrosa situazione finanziaria”. Oppure “situazione di squilibrio e disordine”. Alla voce Taranto, su una qualsiasi enciclopedia, trovo “città dei due mari”. Il Mar Piccolo e il Mar Grande. Piccolo e grande: due aggettivi che sembrano rimandare l'uno alla cronaca l'altro alla storia. La copertina del libro di Antonacci Cerco poi nella mia mente un sinonimo di piccolo, e non trovo di meglio che mediocre, borghese, limitato. E mi ricordo di un libro letto qualche tempo fa, Tutto procede in perfetto disordine, opera prima del trentatreenne Gianluca Antonacci, una laurea in filosofia e tanta voglia di raccontare. A leggere Gianluca, edito dalla Palomar di Bari, è come immedesimarsi in una navigazione dove i personaggi hanno smarrito la bussola, sono quasi come senza orizzonte, e ti senti stretto, quasi in una prigione, in una gabbia, in un vortice di sensazioni psichedeliche. A metà del cammino sono già allucinato. Ho già la coscienza dilatata. Continuo a leggere, ed è come se inquadro con una telecamera le notti amorfe, anonime e senza identità della gioventù tarantina (ma dove sta scritto che non possa trattarsi di una qualsiasi gioventù di una qualsiasi città italiana…), è come immortalare una qualsiasi Terry “patita per l'abbronzatura”, o Samantha “la raffinata”. Se il libro non fosse mai andato in stampa avrei potuto produrlo da me: sarebbe bastato sgambare tra locali alla moda, divanetti, flute di prosecco, sarebbe bastato zigzagare tra smart e aspiranti veline, notti brave di tronisti e il risultato non sarebbe cambiato: sputato le pagine di questo libro. Che è rapido, istantaneo, spiaccicato un videoclip. L'autore prima fotografa poi scappa via e risparmia al lettore la nausea, quella “complessa situazione di malessere” che ti capita quando bazzichi in un mondo che non credevi potesse esistere. Un mondo che se ne frega mentre si perpetra il sacco della città, un mondo strafottente forse soltanto perché non è altro da un mondo che riproduce in piccolo ciò che altrove si fa in grande. “Grazie a zio Marzio ufficiale della finanza vinsi un master”