Todo modo di Leonardo Sciascia edito da Adelphi

Todo modo

Editore:

Adelphi

Collana:
Fabula
Edizione:
5
Data di Pubblicazione:
22 febbraio 1995
EAN:

9788845911125

ISBN:

8845911128

Pagine:
122
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4 di 5 su 18 recensioni

Questo Paese non è un albergo. O sì?Di C. Maurizio-11 febbraio 2017

Il fantomatico Eremo di Zafer è il luogo dov'è ambientato uno dei capolavori del grande scrittore racalmutese Leonardo Sciascia. Todo modo è un giallo la cui soluzione lascia letteralmente basiti. Un finale che insieme ai numerosi riferimenti all'attualità contemporanea (anni Settanta) vuole spronare a guardare alla realtà con occhi diversi.

Angosciante e veroDi E. Ilenia-11 maggio 2012

Quando ho iniziato a leggere questo libro non sapevo cosa aspettarmi, man mano che la lettura proseguiva non riuscivo a venire a capo della situazione e mi rendevo conto di quanto le parole si Sciascia avessero un retrogusto di realtà italiana. Angosciante e tetro questo libro mi ha fatto pensare e capire molte cose.

IndecisoDi V. Silvana-28 aprile 2012

Questo testo mi ha portato a odiare lo scrittore. Mi duole dirlo ma proprio non apprezzo il fatto che i suoi testi godano di una legnosità assurda, della mancanza di una tensione narrativa per cui il testo appare pesantemente difficile nello scorrere e la trama soffre di mancati spunti di interessamento.

Specchio dell'Italia che fuDi L. Renata-27 marzo 2012

Pervade di pesante angoscia la lettura di Todo Modo. In una narrazione (estremamente erudita) che non racconta niente che non sia metaforico, Sciascia ci fa entrare - quasi incoscienti - nella "italianità" del potere, non limitato ad una certa epoca storica, ma quale peculiaritàa intrinseca del nostro paese. E' un romanzo complesso da leggere perché "respinge". Ma proprio per questo è una lettura direi imprescindibile.

Todo modoDi L. Giuseppe-26 settembre 2011

Inizia come un giallo classico, compreso il misterioso delitto di un onorevole, ma pagina dopo pagina perde le sue caratteristiche tipiche, cioè il percorso deduttivo per arrivare alla soluzione, per trasformarsi in un'opera di denuncia politica. Se anche la vicenda appare sempre più inspiegabile e non arriveremo poi a scoprire chi è l'omicida, resta il fatto che i delitti sono accaduti a causa di un dilagante e nefasto clima di corruzione derivante da un torbido miscuglio dei poteri economici, politici e religiosi. Non sono importanti di per sé i crimini quanto invece l'ambiente in cui sono compiuti, le presenze di diversi possibili colpevoli, in apparenza estranei, ma tutti egualmente sospettabili. E poi troviamo uno Sciascia in bilico fra il razionale e illuministico del personaggio del pittore e l'enfasi mistica di don Gaetano, personaggi entrambi per cui si avverte chiaramente una partecipazione dell'autore che va oltre il puro interesse letterario, quasi che abbia voluto cogliere nell'uno e nell'altro la sua personalità, proponendocela per via mediata. Ma ciò che stupisce maggiormente è la rappresentazione di questo potere o superpotere, che deriva da connessioni, interessenze, corruzioni, affari in comune dei tre canonici poteri, cioè quello economico, quello politico e quello religioso.

Todo modoDi r. Travis-5 settembre 2011

Uno Sciascia ai suoi massimi livelli sia a livello di prosa che di narrazione, si presenta come un testo di narrativa gialla, ma pagina dopo pagina perde le sue caratteristiche tipiche, cioè il percorso deduttivo per arrivare alla soluzione, per trasformarsi in un'opera di denuncia politica. Se anche la vicenda appare sempre più inspiegabile e non arriveremo poi a scoprire chi è l'omicida, resta il fatto che i delitti sono accaduti a causa di un dilagante e nefasto clima di corruzione derivante da un torbido miscuglio dei poteri economici, politici e religiosi. Non sono importanti di per sé i crimini quanto invece l'ambiente in cui sono compiuti, le presenze di diversi possibili colpevoli, in apparenza estranei, ma tutti egualmente sospettabili. E poi troviamo uno Sciascia in bilico fra il razionale e illuministico del personaggio del pittore e l'enfasi mistica di don Gaetano, personaggi entrambi per cui si avverte chiaramente una partecipazione dell'autore che va oltre il puro interesse letterario, quasi che abbia voluto cogliere nell'uno e nell'altro la sua personalità, proponendocela per via mediata. Ma ciò che stupisce maggiormente è la rappresentazione di questo potere o superpotere, che deriva da connessioni, interessenze, corruzioni, affari in comune dei tre canonici poteri, cioè quello economico, quello politico e quello religioso. Finisce con il diventare quasi una divinità che raccoglie e impone dentro di sé dei sacrifici umani, un mostro dai mille tentacoli che stringono come in una morsa l'umanità. E come idolo ha i suoi riti, fra i quali l'emblematico rosario, in parata, una delle pagine più riuscite e di sicuro effetto dell'intero romanzo. Ci troviamo di fronte indubbiamente a un'opera di elevato impegno, a cui forse nuoce quell'ambiguità di cui ho accennato, ma che, per un certo verso, è del tutto funzionale al romanzo che forse manca di quella chiarezza riscontrabile invece in altri lavori dell'autore siciliano. Come sempre Sciascia riesce a essere profetico, anche se questa volta il messaggio della Pizia è un po' oscuro, ma forse ciò è voluto, perché quanto di più buio ci può essere esiste solo in un potere che tutto distrugge e che corrode anche se stesso. Da leggere, perche Sciascia è imperdibile.