La politica come missione. Valori etici e «metodo democratico» in Alcide De Gasperi (1881-1948) di Stefano De podestà

La politica come missione. Valori etici e «metodo democratico» in Alcide De Gasperi (1881-1948)

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2010/2011

Relatore:
Mauro Forno
Corso:

Scienze dell’Amministrazione

Cattedra:

Storia contemporanea

Lingua:
Italiano
Pagine:
105
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
916.27 Kb

Descrizione La politica come missione. Valori etici e «metodo democratico» in Alcide De Gasperi (1881-1948)

Uomo politico e statista, Alcide De Gasperi giudicò sempre la sua attività politica e il suo impegno sociale come “missione”, ispirati dagli ideali cristiani e dal legame per la sua terra. I tratti essenziali della cultura politica di De Gasperi si rintracciano già nella sua giovinezza: a) una forte opposizione ad ogni radicalismo; b) un notevole senso della concretezza; c) l’interesse per un’efficiente amministrazione; d) l’opposizione ad un nazionalismo esasperato; e) la capacità di mediazione fra posizioni anche diametralmente opposte. La sua dimensione di un uomo politico e di statista si coglie appieno valutando la persistente attualità del suo messaggio, pur nel profondo mutamento dei contesti. Ricordare il politico di Pieve Tesino o studiare la sua attività vuol dire, come ha sottolineato Gabriele De Rosa: confrontarsi con alcuni nodi cruciali della storia del secolo scorso: dalle vicende legate alla dissoluzione dell’Impero asburgico, alla crisi dello Stato liberale e all’avvento del fascismo; dalla tragedia della II guerra mondiale alla difficile opera di ricostruzione e di avvio della modernizzazione economica, politica e istituzionale del nostro paese, fino al progetto di una casa comune europea. De Gasperi credeva si dovesse mantenere sempre una certa coerenza tra le proprie idee politiche e il proprio comportamento sia nella vita pubblica che in quella privata. Piero Craveri ha sostenuto che raramente un uomo politico ha saputo portare con sé per tutta la vita cosi integro il patrimonio di idee e sentimenti della sua adolescenza e della sua giovinezza, come nel caso di Alcide De Gasperi. Molto spesso l’inizio di una vocazione politica appare segnato da uno o più eventi successivi che la determinano. Per il politico di Pieve Tesino, le due guerre mondiali hanno rappresentato l’avvento di scenari del tutto nuovi, in cui hanno potuto esplicarsi le sue doti di uomo politico, ma mantenendo comunque intatto il patrimonio di idee e di valori della sua formazione universitaria. De Gasperi pensava ci dovesse essere moralità non solo nella vita personale, ma anche in quella politica. Il politico non doveva essere qualche cosa di astratto, ma un rappresentante delle doti migliori di un popolo. Come ricorda Pietro Scoppola, vi era una parola che de gasperi usava spessissimo: il «metodo democratico». Il politico vero doveva cercare sempre il dialogo e mirare ad un sistema aperto nelle relazioni. Solo così si poteva assicurare un andamento razionale all’interno della vita sociale e istituzionale. Per De Gasperi, la morale doveva essere sempre presente in politica. Un uomo di stato segue spesso solo le regole e l’etica della politica. Un grande statista, pur essendo necessariamente un politico, deve saper governare un popolo secondo una propria deontologia. Il rispetto dei valori etici era, per De Gasperi, la prerogativa per essere un ottimo governante, senza di esso veniva meno la coerenza tra vita pubblica e vita privata.

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