Il tradimento di Ippocrate: dalla medicalizzazione della vita alla farmacologizzazione del cibo di Benedetta De mari

Il tradimento di Ippocrate: dalla medicalizzazione della vita alla farmacologizzazione del cibo

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2015/2016

Relatore:
Davide Galesi
Facoltà:

Sociologia

Corso:

società territorio ambiente

Cattedra:

sociologia della salute

Lingua:
Italiano
Pagine:
130
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
5.65 Mb

Descrizione Il tradimento di Ippocrate: dalla medicalizzazione della vita alla farmacologizzazione del cibo

L'idea di una tesi di laurea che avesse come oggetto il cibo e la sua farmacologizzazione venne nel momento in cui vissi quest'esperienza alimentare in prima persona. Tutta la tesi ruota attorno al recitativo del medico di Kos e padre della medicina, Ippocrate, che oltre duemila anni fa ebbe a dire: ”fa' che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”. Alcune domande fondamentali sottendono questa tesi: perché la medicina tradizionale, occidentale, su base scientifica, allopatica non ha ancora trovato soluzione e guarigione, nonostante gli enormi passi fatti, a moltissime delle malattie cronico degenerative che affliggono l'uomo e la donna contemporanei? Perché tende a dare risposte e soluzioni quasi unicamente farmacologiche e chirurgiche rivolte alla sedazione dei sintomi, ma non alla guarigione dell'organo né tanto meno dell'organismo? Perché, infine, in alcune zone del globo terracqueo molte di queste malattie cronico degenerative risultano per lo più inesistenti? Poteva essere a causa della genetica? O forse entravano in gioco il contesto e l'ambiente sociale ? La prima domanda era ed è estranea alle mie competenze, ma l'ampia letteratura medica che studiai mi fece pensare che la genetica contasse molto meno di quanto siamo portati a credere: illuminante fu Odìle Fernàndez Martinez quando spiega come un seme se non lo innaffiamo, non lo esponiamo al sole e non lo fertilizziamo tenderà a non crescere e a non svilupparsi mai; insomma come ebbe a dire Pasteur in punto di morte “il germe è nulla, il terreno è tutto”. Tutto ciò a significare che, nello sviluppo di una qualsivoglia malattia, ciò che ha maggior influenza è il terreno, quindi il nostro organismo. Pertanto è necessario, per la buona salute, creare nell'organismo situazioni che siano ostili alla malattia. E qui si aprì il grande capitolo sull'acidosi e l' alcalinizzazione. Scartata la genetica rimaneva in gioco il contesto sociale ed ambientale che faceva e fa parte delle mie competenze e del mio sapere: come mai in alcune zone del globo determinate malattie sono quasi delle sconosciute? Qual è il sistema medico di riferimento di questi contesti? E, soprattutto, qual è il loro regime alimentare e dietetico? Addentrarsi nel sistema dietetico (dal greco “daieta”= stile di vita) sarebbe stato interessante e per certi aspetti è stato affrontato, ma anche fuorviante in quanto la tesi da difendere implicava il cibo come oggetto e la sua farmacologizzazione: pertanto in questo unico sentiero del sapere orientai le mie letture, i miei studi e le mie ricerche. Si aprì di fronte a me una giungla di regimi alimentari sempre consigliati e mai prescritti: proteico, ipoproteico, calorico e ipocalorico, vegano, vegetariano, fruttariano, la dieta dei gruppi sanguigni. Una confusione di tutto e il contrario di tutto, di ordini, contrordini e soprattutto disordini alimentari. Tornai alle origini e scoprii che nei testi antichi religiosi ( ricordo al lettore che Bibbia, Corano e Torah sono i cosiddetti testi della legge, che includono pertanto prescrizioni giuridiche, sociali, culturali e igienico sanitarie) il cibo veniva anzitutto prescritto ( proprio come una prescrizione medica! ) e non meramente consigliato e che tale cibo doveva semplicemente essere lecito ed adeguato ( nelle accezioni della “kasheruth” ebraica o dello “halal” musulmano). Lecito e adeguato a cosa? Naturalmente al progetto divino, ma soprattutto umano, della vita, nello specifico di una vita lunga e in buona salute. Tali cibi erano in gran parte di origine vegetale: frutta, erbe e semi e cioè nutrienti alcalini; la proteina animale, sostanza acida, era riservata ai banchetti di lusso o nei giorni di festa. Oggi il cibo della festa regna, invece, sovrano sulle nostre tavole quotidianamente e spesso ammorba perché, come ebbe a dire il mecenate veneziano Alvise Cornaro “la crapula è abuso” e alcuni cibi sono “dishonesti”.

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