Il debito pubblico: crisi finanziaria degli stati sovrani di Alberto Mancuso

Il debito pubblico: crisi finanziaria degli stati sovrani

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2011/2012

Relatore:
Gian luigi Coppola
Facoltà:

Economia

Corso:

Economia e Commercio

Cattedra:

Politica economica

Lingua:
Italiano
Pagine:
116
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.99 Mb

Descrizione Il debito pubblico: crisi finanziaria degli stati sovrani

L’obiettivo di questo lavoro è l’analisi del debito pubblico di uno stato sovrano e le varie politiche attuabili per ridurre il rapporto tra debito e Prodotto Interno Lordo (PIL). Sono stati descritti i concetti generali di debito pubblico e si è analizzata l’origine del debito pubblico, dovuto a vari motivi tra cui il principale è il finanziamento della spesa pubblica che avviene tramite l’emissione di titoli di stato sul mercato finanziario, i quali sono acquistati dagli operatori finanziari per trarne profitto dagli interessi che vengono corrisposti. Successivamente, si è riportato come, per mezzo delle entrate dovute alla crescita economica in termini di PIL, lo stato riesca a pagare questi interessi sul debito pubblico. Ancora, sono stati esaminati i possibili casi in cui il bilancio di uno stato può trovarsi prendendo in esame le quattro tipologie di situazioni per il sostenimento o meno del disavanzo primario: - 1° caso: dt>0 (disavanzo primario), r > g => non sostenibilità - 2° caso: dt>0 (disavanzo primario), r < g => sostenibilità - 3° caso: dt sostenibilità - 4° caso: dt g => può esserci non sostenibilità. Si sono considerati, prima in termini generali, poi nel dettaglio, i PIGS, acronimo che indica quegli stati sovrani (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) che hanno problemi di debito pubblico e un possibile “default”, in quanto presentano un elevato debito pubblico, da gestire e diminuire così da rientrare nei parametri economico-finanziari previsti dalla Comunità Europea. L’analisi della situazione economica dei PIGS è stata fatta in ordine cronologico dei principali eventi, partendo dal paese che per primo ha mostrato problemi, per concludere con l’odierna situazione: si è, infatti, prima analizzata la Grecia, a seguire l’Irlanda e la Spagna e, in ultimo, il Portogallo. Si è fatta poi una panoramica dell’Europa sul piano internazionale: sia l’America sia la Cina non reputano l’Europa una confederazione di stati “coesi”, per le politiche disuguali, i conflitti interni e le differenze sostanziali che mettono gli stati membri su differenti livelli non solo economici ma anche sociali. In conclusione, sono stati evidenziate le differenze sostanziali che non rendono l’Europa una confederazione di stati uniformi e i problemi che si presentano e che disgiuntamente si affrontano in maniera diversa da paese a paese. Infine, sono state descritte le differenze tra le politiche fiscali e le politiche monetarie all’interno della Comunità Europea: le prime governate a livello locale, le seconde governate a livello centrale. Tale divergenza comporta una situazione drammatica in termini socio-economici in alcuni stati della Comunità Europea e non solo nei PIGS.

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