Arte e guerra di Tonia Montanino

Arte e guerra

Tipologia:

Tesi di specializzazione

Anno accademico:

2009/2010

Lingua:
Italiano
Pagine:
164
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.63 Mb

Descrizione Arte e guerra

L'oggetto del patrimonio culturale e artistico si determina attraverso l'individuazione di quei beni che formano a loro volta l'oggetto della tutela. Ciò che si intende per tutela artistica è l'insieme di azioni che la società dispone al fine di garantire la conservazione e il pubblico godimento degli oggetti d'arte e di altri beni ritenuti tali da costituire il patrimonio storico-artistico e culturale della società stessa. Presupposto essenziale della tutela è, dunque, il riconoscimento di un interesse collettivo al quale sono sottoposti determinati beni artistici, quale ne sia la proprietà di fatto e cioè anche se tali beni non siano effettivamente posseduti dalla società nel suo complesso ma appartengono a singoli componenti di essa: in tal caso il possesso di quei beni, comportando una certa responsabilità morale e oggettiva del singolo proprietario nei confronti della società che è interessata alla loro protezione e conservazione, viene a configurarsi giuridicamente in modo diverso dal possesso privato di ogni altro bene. Nei suoi aspetti specifici la tutela ha carattere preminentemente preventivo, onde essa si esercita per mezzo dell'applicazione di norme tecnico-giuridiche vincolanti l'uso e la disponibilità dei beni artistici o prescriventi misure di salvaguardia. Sono altresì da considerare forme attive di tutela anche quei provvedimenti che sono intesi alla ricognizione e alla cura oggettiva dei beni artistici, le une e gli altri attuati attraverso specifici organi amministrativi e tecnici. Pur se sommaria e riduttiva, tale premessa è opportuna al fine di presentare l'argomento della presente dissertazione, il cui obiettivo è illustrare il rapporto venutosi a creare tra i beni culturali – col loro uso e abuso - e gli eventi bellici e, nello specifico, quelli riguardanti gli anni della seconda guerra mondiale. Sin dai tempi più antichi le guerre hanno sempre portato al sistematico depauperamento di ciò che costituiva il patrimonio culturale di quei paesi vinti o assoggettati. Nei secoli la sottrazione dei beni culturali è stata concepita come un vero e proprio bottino di guerra. L'originario diritto consuetudinario di guerra, affermando il concetto che la violenza bellica fosse liberamente esercitabile, portò a considerare altresì lecita la sottrazione del patrimonio artistico e culturale del Paese vinto o occupato. In epoca antica e nel Medioevo, per esempio, dominava il concetto dello ius predae: tutto quanto venisse a formare parte del bottino di guerra era ipso iure lecito e validamente acquisito, come se fosse avvenuto un normale trasferimento di proprietà. Dalle conquiste dell'Impero romano alle vicende del periodo medioevale, dalla Guerra dei Trent'anni alle spoliazioni napoleoniche e scorrendo via via i secoli, la storia ci ha fornito esempi di appropriazione illecita e forzata del patrimonio storico artistico, a discapito di questo o quel Paese che le sorti della guerra dichiaravano sconfitto, vinto o assoggettato. L'interesse, pertanto, ad attuare una protezione sul piano internazionale dei beni culturali è nato da esperienze maturate dagli Stati nel corso dei conflitti bellici. Prima di introdurci nel cuore dell'argomento e venire a trattare dei fatti – e degli illeciti - venutisi a verificare a discapito del patrimonio culturale dell'Italia nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, mi pare opportuno, precedentemente, dare un sunto delle forme di tutela presenti sia nel nostro sistema giuridico sia in quello internazionale.

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