Educazione, odio interetnico, identità: la questione curda nel sud-est della Turchia di Valentina Locatelli

Educazione, odio interetnico, identità: la questione curda nel sud-est della Turchia

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2015/2016

Relatore:
Paola Alessandra Rebughini
Corso:

scienze internazionali e istituzioni europee

Cattedra:

sociologia

Lingua:
Italiano
Pagine:
64
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
3.12 Mb

Descrizione Educazione, odio interetnico, identità: la questione curda nel sud-est della Turchia

“Perché turchi e curdi si odiano? ” Mi sono posta questa domanda molte volte, l’ho chiesto ai diretti interessati, continuo a chiedermi quali possano essere le radici di un odio così profondo. Nell'estate del 2015 senza pensarci troppo decisi di prendere parte a un progetto di servizio volontario europeo e prenotai un volo per Gaziantep, una delle province del Kurdistan settentrionale in Turchia, a circa 50 km dal confine con la Siria e circa 130 km da Kobanê. I rapporti tra il governo turco e il Pkk si stavano incrinando di nuovo e la guerra era una costante in Siria, a pochi chilometri. Sentivo però che in quel momento era il luogo in cui mi dovevo recare, spinta dalla necessità di ‘fare qualcosa’, senza sapere ancora bene cosa, pensando ai rifugiati siriani con cui sarei andata a lavorare. Quello che non sapevo, mentre all’aeroporto di Istanbul aspettavo il mio volo interno, era che quell’esperienza mi avrebbe cambiata definitivamente e fatta appassionare irrimediabilmente alla causa curda. Nei miei due mesi in Turchia ho svolto vari tipi di attività, dal volontariato con bambini curdi, turchi, siriani, iracheni, afghani in un orfanotrofio gestito dal governo turco, al volontariato presso un reparto di oncologia pediatrica, al volontariato di strada nei quartieri degradati di periferia. Raccoglievo fondi, insieme agli altri volontari, per comprare cibo e vestiti che poi andavamo a consegnare di persona ad alcune famiglie siriane che ci venivano segnalate da un’ong locale. Ho imparato il turco, viaggiato in autostop per tutto il paese incontrando ogni tipo di persona, visitando città turche e curde, sempre ospitata dalla gente del posto, stupita da generosità e ospitalità incontrate. Durante il mio periodo in Turchia ho avuto l’opportunità di ascoltare entrambe le parti riguardo alla questione curda ed ho incontrato turchi e curdi di qualsiasi età, sesso, religione, estrazione sociale e background culturale, dagli amici e colleghi turchi e curdi che lavorano in ong locali e straniere come educatori giovanili e operatori umanitari, ai vicini di casa nazionalisti e conservatori, dagli studenti alle loro nonne, dai businessmen a famiglie marginalizzate di periferia, agli attivisti, agli artigiani del bazar, ai camionisti con cui ho viaggiato su lunghe tratte, al panettiere sotto casa. Ho parlato con molti rifugiati, e con un soldato turco che lavorava alla frontiera con la Siria. Ho ascoltato i bambini, tanti bambini, dai bambini dell’orfanotrofio fuggiti dalla guerra, a quelli turchi che imparavano l’inglese in una scuola privata del centro della città, a quelli della periferia che a scuola non ci andavano, ai figli dei colleghi, a quelli soli, che per strada raccoglievano i rifiuti per rivenderli, a quelli ricoverati a oncologia pediatrica che non sapevano se sarebbero diventati grandi. E nei bambini, in tutti quei bambini, voglio andare a cercare il germe dell’odio verso l’altro: si può parlare di germe dell’odio? Se sì, quando si instaura? Si può intervenire prima che ciò avvenga? Quanto contribuisce l’ambiente in cui si cresce ad alimentare l’odio verso l’altro? Ho fatto un lavoro di ricerca combinando l’informazione bibliografica e sitografica a quella di prima mano raccolta durante il mio periodo in Turchia, osservando, interrogando le persone, osando porre tante domande a chi incontravo. Ho deciso di identificare e capire le principali cause storiche, politiche e sociologiche dell’odio reciproco tra turchi e curdi, provando a rispondere alla mia domanda iniziale, per poi cercare di individuare possibili soluzioni. Credo di doverlo a tutte le persone che ho incontrato lungo la strada che lottano ogni giorno per combattere quest’odio e promuovere eguaglianza e tolleranza per tutti, senza perdere la speranza. Nel primo capitolo farò un breve excursus sulla storia del Kurdistan, concentrandomi poi sugli avvenimenti del XX secolo e sulla storia più recente degli ultimi anni. Nel secondo capitolo mi concentrerò su educazione e sistema scolastico in Turchia, andandovi a cercare tracce della socializzazione all’odio. Nel terzo capitolo parlerò invece della trasformazione dei conflitti, provando a individuare possibili soluzioni che vanno nel senso dell’educazione alla pace e alla tolleranza.

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