L’"Indirizzo dei 221", una svolta liberale.
La Francia dalla Restaurazione alla Monarchia di luglio di Luca alessandro Venturati

L’"Indirizzo dei 221", una svolta liberale. La Francia dalla Restaurazione alla Monarchia di luglio

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2009/2010

Relatore:
Maria luisa Cicalese
Correlatore:
Antonino De francesco
Corso:

Storia

Cattedra:

storia delle dottrine politiche

Lingua:
Italiano
Pagine:
167
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
3.27 Mb

Descrizione L’"Indirizzo dei 221", una svolta liberale. La Francia dalla Restaurazione alla Monarchia di luglio

Mi sono occupato del passaggio dalla restaurazione alla monarchia di luglio, datato marzo 1830. Questa data costituisce solamente il punto di arrivo di un lungo percorso che ha inizio con il congresso di vienna del 1814 e, secondo alcuni studiosi, da un punto di vista dialettico, costituisce il momento di sintesi tra il periodo rivoluzionario (tesi) e il periodo della Restaurazione (antitesi). In tutti questi anni, infatti, si registra un forte scontro parlamentare che ha alla base due diverse visioni della società francese. Secondo la prima (ultrarealismo) la società deve essere gerarchicamente costituita in base al trinomio re-religione-aristocrazia, così come era strutturata sotto l’ancien régime. Si tratta delle forze uscite vittoriose dal congresso di vienna, e rafforzatesi ora grazie alla presenza del nuovo re Carlo X, di camere dei deputati a maggioranza ultrarealista. La seconda visione di matrice liberale, nelle sue molteplici sfaccettature, propone la conservazione di alcune innovazioni politiche e sociali introdotte con la rivoluzione e che sarebbe anacronistico non concedere, dato il loro carattere di intrinseca modernità. Ho dedicato i primi capitoli ad uno studio dei partiti politici dell’epoca presenti alla camera, costruendo la suddivisione in destra, centro-destra, centro-sinistra e sinistra menzionando anche gli organi di stampa vicini ad ogni gruppo politico. Mi sono occupato del funzionamento del sistema elettorale, in particolare delle elezioni del 1827, poiché i deputati eletti in quell’anno saranno i medesimi protagonisti degli avvenimenti del 1830. Ho, poi, analizzato molti provvedimenti legislativi: leggi politico-costituzionali, sulla libertà individuale, sulla libertà di stampa, religiose, sociali e militari: ciò mi ha permesso innanzitutto di seguire a livello concreto e di attuazione legislativa lo scontro dottrinario tra le due visioni della società di cui ho parlato all’inizio. In secondo luogo di vedere che i lavori parlamentari hanno costituito un vero e proprio banco di prova per le opposizioni per collaborare, mediare e raggiungere un obiettivo comune: la salvaguardia delle garanzie contenute nella costituzione. Ho dedicato due capitoli alla descrizione degli eventi del marzo 1830: l’apertura dei lavori della camera dei deputati, il discorso pronunciato dal re in cui egli chiede alle due camere il concorso necessario per affrontare con armonia l’incipiente legislatura e la risposta della camera dei deputati, i quali elaborano una mozione, chiamata indirizzo, molto innovativo e potenzialmente destabilizzante: con 221 voti a favore essi approvano un indirizzo in cui viene affermata la possibilità del concorso da lui richiesto per affrontare la legislatura, a causa della deriva liberticida cui si è giunti per colpa delle forze della conservazione. Il sovrano è costretto a sciogliere le camere. Questo porterà alle ordinanze di Saint-Cloud, con cui vengono eliminate le garanzie costituzionali, fino ad arrivare alle barricate a parigi. I moti di luglio, le troises glorieuses, daranno vita alla monarchia di luglio. Ho costituito una verosimile lista dei 221 deputati utilizzando un dizionario dei parlamentari francesi delle varie assemblee dal 1789 al 1899, lettere dell’epoca, pamphlet propagandistici e opuscoli politici. Essi contenevano spesso in allegato le liste dei 221, ma, a causa della presenza di numerosi errori e imprecisioni, ho effettuato un lavoro di confronto per arrivare ad una verosimile lista corredata da una breve biografia di ciascun deputato. Considerando, poi, i dipartimenti francesi dell’epoca, ho calcolato il numero di deputati eletti per ogni dipartimento. Questo mi ha permesso di giungere a due importanti conclusioni. Innanzitutto la percentuale di territorio effettivamente rappresentato dai deputati è molto bassa. Inoltre il numero di deputati inviati alla camera da ciascun dipartimento risponde a ben precise logiche di tipo storico e politico. Infine non solo deputati di sinistra, ma uomini con diverse sensibilità hanno messo da parte divergenze contingenti e interessi partigiani e personali per raggiungere un obiettivo ben più alto: l’isolamento degli ultras. Il secondo obiettivo del mio lavoro è costituito dall’analisi e dal confronto delle due costituzioni: quella del 1814 e quella del 1830, promulgata sotto la neonata monarchia di luglio dal nuovo sovrano Luigi Filippo Duca d’Orléans. Egli dichiara che la vecchia carta non deve essere stravolta, ma riveduta e, accostando i due testi, se ne nota la pressoché totale coincidenza; laddove la carta del 1830 presenta differenze, si tratta chiaramente di una vittoria delle opposizioni e, in particolare, dei liberali. Essi hanno combattuto duramente in parlamento durante gli anni venti dell’800 e hanno raggiunto il proprio obiettivo: tradurre i valori del liberalismo in princìpi che la società francese fa propri e considera basilari, tanto da introdurli ufficialmente nella carta fondamentale del paese.

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