Il punto di vista delle muse. Analisi dei musei delle donne in ambito tedesco

Come vengono rappresentate le donne nei musei? Che tipo di immagine femminile ci trasmettono i musei attraverso la ricerca e la raccolta degli oggetti o per mezzo delle esposizioni? A partire dagli anni '70 il movimento femminista tedesco provò a rispondere a questi interrogativi, cercando di trovare dei modi attraverso i quali le opere e i temi riguardanti l'universo femminile potessero essere integrati nei musei. Le militanti del movimento femminista tedesco mostrarono alla gente che, di fatto, le donne erano assenti dai musei, sia per il numero esiguo di opere esposte realizzate da artiste sia per l'esclusione delle donne dalle professionalità legate all'ambiente museale. La questione dell'equa rappresentazione delle donne nei musei è da imputarsi all'assenza di queste ultime durante il processo creativo e di selezione. Il nocciolo della questione sta nel potere del punto di vista: mettere a confronto l'azione del rappresentare e dell'essere rappresentato/a, riflettere su chi guarda cosa e con quale effetto. Quindi, il primo slogan "Frauen ins Museum!” ("Donne al museo!”) non fu creato solo con l'intento di "rendere le donne visibili” ma fu usato anche per presentarle come attrici storiche. Per questi motivi le organizzatrici delle mostre storiche dedicate alle donne cominciarono a documentare il passato di artiste, scienziate e impegnate in politica. Inoltre, per testimoniare la vita quotidiana al femminile, furono raccolti anche semplici oggetti appartenenti a donne comuni. La rappresentazione delle esperienze femminili non fu soltanto un modo per legittimare le opere delle donne, ma anche per costruire la loro identità. si fece ricorso a due strategie per ottenere questi risultati: da un lato, ci fu il tentativo di inserire la storia delle donne nei musei tradizionali; dall'altro, vennero costruiti i "Frauenmuseen” (musei delle donne) indipendenti, in modo da liberarsi dalle costrizioni istituzionali. In breve tempo furono organizzate numerose mostre al femminile ma gli sforzi per ottenere una duratura e solida integrazione della storia delle donne nei musei tradizionali si rivelarono un fallimento. Come conseguenza, in Germania all'inizio degli anno '80 furono costruiti i primi musei delle donne indipendenti, come il "Frauenmuseum Bonn” e il "Frauenmuseum Wiesbaden”, che verranno analizzati in dettaglio in questo lavoro. Di pari passo alla creazione dei Frauenmuseen indipendenti, si cercò di inserire il tema del "genere” negli altri musei. Per capire i motivi e le dinamiche di questa differente strategia, in questo studio saranno presi come modello il "Museum der Arbeit Hamburg” e il "Stadtmuseum Schramberg”. Scopo di questo lavoro è analizzare i diversi modi utilizzati dai Frauenmuseen tedeschi per allestire le mostre e per mettere a punto nuove procedure di presentazione delle opere. Inoltre, saranno fornite delle linee guida per capire l'organizzazione del lavoro e il rapporto tra l'istituzione museale e il pubblico. Questa analisi dei musei è corredata da uno studio del contesto e del periodo storico, fondamentale per la comprensione dei fattori ambientali che hanno reso possibile la nascita dei Frauenmuseen in Germania. Il "punto di vista delle muse” aiuta a capire che bisogna dare a ogni persona (non importa se uomo o donna, bianca o nera, occidentale o orientale) la libertà e lo spazio per esprimere se stessa. Ogni punto di vista è diverso dagli altri, perciò ogni differenza è degna di essere espressa.