Un nuovo protocollo di distributed application layer network per il voip in ambienti ostili di Francesco Conte

Un nuovo protocollo di distributed application layer network per il voip in ambienti ostili

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2008/2009

Relatore:
Floriano De rango
Correlatore:
Francesco Scarcello
Facoltà:

Ingegneria

Corso:

Ingegneria Informatica

Cattedra:

Francesco Scarcello

Lingua:
Italiano
Pagine:
130
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.78 Mb

Descrizione Un nuovo protocollo di distributed application layer network per il voip in ambienti ostili

Sin dagli anni '70 la tecnologia wireless ha cominciato a diffondersi nel settore delle telecomunicazioni. La possibilità di collegare dispositivi senza ricorrere all'utilizzo di fili ha sempre affascinato ricercatori e imprenditori, per questo tale tecnologia è sempre in via di sviluppo. Con le reti wireless si ha il grande vantaggio di poter accedere alla rete in qualsiasi punto ci si trovi, senza implementare o ingrandire una rete già esistente e, soprattutto, senza installare o trasportare fili. Per tale motivo si tratta di una tecnologia particolarmente adatta all'instaurazione di reti in luoghi ostili dove le normali reti cablate non potrebbero essere installate. Negli ultimi anni si è assistito a un insistente aumento della tecnologia voip che è sempre maggiormente utilizzata in ambito domestico e aziendale. Vista la crescita della tecnologia wireless, la normale continuazione del voip è quella di spostarsi dallo scenario delle reti cablate verso quello wireless. L'uso di soluzioni completamente senza fili per il voip è stato oggetto di studio, per definirne i limiti prestazionali ed è di fatto utilizzato in parecchie applicazioni reali. Presso l'azienda Methodi srl, nel corso dell'ultimo anno, ho avuto modo di lavorare allo sviluppo di un applicativo per il progetto Promis che permette di far instaurare delle chiamate di tipo push-to-talk tra gli operatori del porto di Gioia Tauro. L'applicazione si basa su una classica architettura sip e sulla reingegnerizzazione della software PBX Asterisk. Essendo il territorio del porto un ambiente ostile, non era possibile l'introduzione di una rete cablata all'interno del piazzale e questo ha reso necessario l'utilizzo di una rete mesh formata da una serie di Access Point di tipo Locust World. Le prestazioni del prototipo sono risultate abbastanza buone e incoraggianti fin dai primi test ma una serie di difetti, quali l'estendibilità, l'economicità e la flessibilità, ne costituivano il limite più profondo. All'inizio è stata utilizzata una sola PBX Asterisk per gestire delle conferenze Push-to-Talk. Questo ha comportato dei pesanti limiti di estendibilità, in quanto non si riusciva a gestire fisicamente 400 connnessioni contemporanee se non con computer molto performanti. Per la successiva versione del prototipo è stata utilizzata una serie di PBX Asterisk in modo da bilanciare il carico e garantire una buona qualità delle chiamate vocali. La soluzione adottata è stata quella definitiva ma ha comportato una serie di costi economici non indifferenti per il cliente che ha dovuto acquistare i terminali per gli operatori e una serie di macchine supplementari con funzione di PBX. Successivamente, per eliminare i limiti dell'approccio tradizionale, è stato deciso di realizzare un sistema facilmente estendibile, flessibile, economico e che garantisse una buona qualità delle chiamate vocali. Da queste necessità applicative è nato Wivoip, un nuovo protocollo di segnalazione che, basandosi sull'esistente protocollo SIP, riuscisse a risolvere tutti i problemi evidenziati e fornisse un metodo distribuito per l'ammissione di chiamata, intesa come gestione della QoS percepita e dei requirements della rete.

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