La selezione dei candidati alle cariche pubbliche: primarie comunali e provinciali dal 2005 al 2009

I cambiamenti in corso nella società e nelle istituzioni modificano anche i comportamenti e la struttura dei partiti politici. Cambiano in particolare i procedimenti attraverso cui i partiti selezionano i propri candidati. La selezione dei candidati è stata definita da diversi autori come "l'operazione più rilevante per un partito politico”. Ciò nonostante, l'argomento è stato relativamente poco studiato, perché molto spesso oscuro e informale. Negli ultimi decenni però si è assistito a un generale processo di democratizzazione dei partiti politici, che ha condotto molti partiti nei sistemi politici occidentali a introdurre il sistema delle elezioni primarie, per lo più aperte alla propria membership. In Italia invece si è affermato un modello di primarie – limitatamente ai partiti di sinistra - che prevede la partecipazione di tutti gli elettori alla selezione di candidati per cariche monocratiche, quali Sindaco, Presidente di Provincia, di Regione e di Consiglio dei Ministri. Conseguentemente anche in Italia, come nel resto delle democrazie occidentali, si è sviluppato lo studio della candidate selection e diversi autori hanno elaborato ipotesi relative alle cause e agli effetti di differenti modalità di selezione. In questo elaborato si analizzano diversi aspetti delle primarie per i sindaci e i presidenti di Provincia che si sono tenute tra il 2005 e il 2009, con particolare riferimento alla mobilitazione del selettorato, alla struttura della competizione e al rendimento elettorale dei candidati così selezionati. Metodologia seguita: la ricerca si basa sulla raccolta di dati effettuata dall'autore relativi alla competizione elettorale primaria (quali la partecipazione del selettorato, la distribuzione delle preferenze tra i candidati e l'appartenenza partitica di questi ultimi, rilevati attraverso quotidiani locali o siti internet dei candidati), di dati secondari relativi alla presenza elettorale dei partiti organizzatori (rilevata attraverso l'archivio elettorale del sito web del Ministero dell'Interno), dei risultati delle elezioni amministrative relative alle primarie (rilevati anch'essi attraverso il sito internet del Ministero). I dati così ottenuti sono stati analizzati statisticamente, individuando alcune correlazioni rilevanti. Principali risultati raggiunti: nei cinque anni considerati, le primarie non sono diventate il metodo di selezione prevalente per le candidature a sindaco o presidente di Provincia. Al contrario, si nota che la loro distribuzione spazio-temporale risente della presenza di un calendario elettorale nazionale oltre che della differente presenza territoriale della parte politica che le implementa. Esse inoltre hanno avuto un turnout molto basso e i partiti hanno mobilitato meno del 20% del proprio elettorato potenziale. È stato rilevato che i maggiori tassi di partecipazione sono correlati positivamente con una elevata competitività e con una elevata quantità di candidati effettivi, ma si è evidenziato che solo un quarto delle primarie è stato realmente competitivo e che in media gli elettori concentrano il proprio voto su due soli candidati. Per quanto concerne i candidati, quelli che ottengono un consenso elettorale maggiore (e che vincono la quasi totalità delle competizioni) sono i candidati sostenuti dai DS e da La Margherita: sono molto rari i casi di primarie vinte da candidati estremi o outsider. Il rendimento elettorale dei candidati è risultato piuttosto modesto, relativamente indipendente dal tasso di competitività della primaria e dall'ideologia ma correlato negativamente al tasso di partecipazione dell'elezione primaria.