"I giuochi della vita" di Grazia Deledda: un'ipotesi di lettura

Il percorso biografico e intellettuale di Grazia Deledda è certamente un esempio di emancipazione dalle condizioni di vita del suo ambiente originario; un ambiente socialmente e culturalmente chiuso e periferico, che guarda alla sua attività di narratrice come a qualcosa di diverso e pericoloso e il distacco dal quale ha favorito l’autrice nella ricerca di una propria identità. Se la scrittura segna per Grazia la sua “differenza” ed è, insieme, il mezzo che può permetterle di affermare tale differenza come valore, l’allontanamento dalla Sardegna e dalla famiglia le ha consentito di scegliere liberamente quali modelli linguistico-letterari seguire e quali trasgredire, dischiudendole un percorso autonomo e singolare. Attraverso l’analisi della raccolta di novelle I giuochi della vita, questo lavoro di tesi si propone di mostrare come, nella sua opera, Grazia Deledda esprima, frammentata in figure diverse, la complessità e la particolarità della sua identità e come la scrittura diventi per lei il principale strumento attraverso cui rappresentare la sua identità personale e letteraria, rivendicando la libertà e il diritto di percorrere una propria strada narrativa. Nel primo capitolo si descrive la formazione intellettuale, letteraria e umana dell’autrice, a cui concorrono, da un lato, la cultura delle origini, sardofona e orale, e dall’altro quella di inappartenenza, italiana e scritta. Dopo aver approfondito le caratteristiche della novella deleddiana, contraddistinta dalla compresenza di diverse tipologie formali e di varie soluzioni espressive e linguistiche, il capitolo affronta la genesi e la storia della raccolta presa in esame, testimone di una fase di passaggio della scrittura dell’autrice, e ne rileva analogie e differenze rispetto alla produzione precedente e seguente. Il secondo capitolo, attraverso l’analisi delle forme e delle strutture delle novelle de I giuochi della vita, pone l’accento sulla pluralità delle modalità narrative con cui l’autrice rende la complessità antropologica, etica e sociologica della realtà rappresentata. Concentrandosi in particolar modo sulle tre principali categorie del discorso narrativo, ossia la voce, il modo e il tempo, si è cercato di dimostrare come la varietà adottata da Grazia Deledda nella raccolta sia la strada attraverso cui l’autrice ha dato voce alla sua singolarità identitaria e letteraria. Particolarmente significativa in questo senso si è rivelata la lettura della novella Eponima, la cui protagonista incarna il simbolo di una letteratura femminile libera di seguire un percorso autonomo e personale; una letteratura che dà voce all’identità dell’autrice e che si rivolge ad un pubblico nuovo. Infine, il terzo e ultimo capitolo consiste in un esame dei personaggi femminili della raccolta, suddivisi in due tipologie principali, di cui si evidenziano differenze e similitudini. Attraverso l’analisi delle parole scritte e pronunciate da queste donne e delle caratteristiche dello spazio in cui agiscono, si è rintracciata in loro una stretta affinità con la stessa Grazia Deledda, della cui complessa personalità esse rappresentano una proiezione. La tensione tra impulso personale e convenzione sociale, l’opposizione al canone della società civile e normata e i viaggi, reali o metaforici, affrontati da queste donne sono, secondo l’ipotesi di questo lavoro, una riproposizione di quanto vissuto dalla stessa Grazia, rappresentando la spinta ad abbandonare una strada tracciata da altri e a trovare una propria, personale, collocazione nel mondo.