Dal desiderio "per sé” al dono "per l'altro”. Una lettura della relazione di coppia dal Cantico al Genesi, in prospettiva fenomenologica  di SANDRO SPAGLI

Dal desiderio "per sé” al dono "per l'altro”. Una lettura della relazione di coppia dal Cantico al Genesi, in prospettiva fenomenologica

Tipologia:

Tesi vecchio ordinamento

Anno accademico:

2009/2010

Relatore:
Roberto Filippini
Correlatore:
Roberto Casella
Facoltà:

Teologia

Corso:

Scienze religiose

Cattedra:

Esegesi biblica e teologia della rivelazione

Lingua:
Italiano
Pagine:
96
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.26 Mb

Descrizione Dal desiderio "per sé” al dono "per l'altro”. Una lettura della relazione di coppia dal Cantico al Genesi, in prospettiva fenomenologica

Se, per dirla con il noto sociologo Zygmunt Bauman, viviamo nell'epoca dell'”amore liquido”, dove "desiderio e amore si escludono a vicenda”, dove anche le relazioni subiscono il modello dello shopping, mosse cioè dal desiderio di "togliersi delle voglie”, è altrettanto vero, per dirla con lo stesso autore, che "oggigiorno quello delle ‘relazioni' è l'argomento sulla bocca di tutti ed evidentemente l'unico gioco cui valga la pena di partecipare, nonostante i noti rischi che comporta”. Quello della relazione è, per molti aspetti, il problema del vivere moderno, la "scommessa”, potremmo dire parafrasando Pascal, dalla quale non si può prescindere. Come riconosce anche E. Fromm, nel suo ancora attuale saggio L'arte d'amare, «l'uomo – di qualsiasi età e civiltà – è messo di fronte alla soluzione di un eterno problema: il problema di come superare la solitudine e raggiungere l'unione». Nel contesto moderno, secondo lo studioso francese Xavier Lacroix, «la sfida da raccogliere consiste nel coniugare l'idea di uguaglianza con quella di differenza», uguaglianza come pari dignità di fronte alle leggi ma allo stesso tempo riconoscimento della differenza come argine al livellamento degli individui e delle coscienze. La prima e immediata realtà chiamata ad affrontare questa sfida è quella della relazione uomo-donna. E qui balza agli occhi, con immediata suggestione, tutta la complessità e l'intreccio di significati che, da secoli, ci propone l'esortazione biblica: per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Gn. 2,24). Questo versetto non cessa ancora oggi di interrogarci su questo "mistero”: come possono i due diventare uno, com'è possibile realizzare l'unità nella diversità, come può un'unione diventare un legame, anzi, in termini biblici, una "alleanza”? La modernità sembra esprimere una visione sostanzialmente pessimistica sulla relazione tra i sessi: il rapporto o è idealizzato (e ne subiscono le conseguenze delle aspettative disilluse) oppure non esce da una dinamica conflittuale, incapace di trovare una sua armonia. Tuttavia, come sa chiunque viva il matrimonio con una certa profondità, l'unione dell'uomo e della donna nella carne esprime una tensione, spesso difficilmente spiegabile, che trascende le irriducibili individualità che compongono la coppia. Pur nei limiti dell'esperienza carnale, nella fragilità della condizione umana, i due avvertono che tra loro si instaura qualcosa di profondo, si realizza una metamorfosi del proprio sentire esistenziale, si scopre una dimensione che porta all'uscita dalla propria "egoità” verso nuovi approdi dell'autocoscienza. Interessanti, a questo proposito, le affermazioni di uno dei padri della psicanalisi moderna, Carl Gustav Jung, frutto dei suoi studi sull'analisi dei sogni: «se si stanno analizzando delle persone sposate o delle persone che hanno un rapporto strettissimo anche se non è un matrimonio, non ci si può limitare a trattare la loro psicologia come un fattore a sé stante ed è estremamente difficile districare dal rapporto le proprietà personali. Si scopre invariabilmente che la cosiddetta psicologia individuale, in un caso del genere, è spiegabile soltanto partendo dal presupposto che in quella mente stia funzionando contemporaneamente un altro essere umano; in altre parole, è la psicologia di un rapporto, e non la psicologia di un individuo isolato. È difficilissimo persino isolare le parti che spettano agli individui da quelle che spettano al rapporto. Soltanto a fatica, quindi, possiamo considerare un sogno del genere come una sua proprietà: il sogno è anche, nella stessa misura, di sua moglie. La psicologia di lui è in quella di lei e quella di lei in quella di lui e ogni sogno che ognuno di loro ha è, più o meno, un'espressione del rapporto, come se un essere umano che si trova in un rapporto psicologico molto intimo non avesse più due gambe, due braccia e una testa ma quattro gambe, quattro braccia, due teste e due vite. L'individuo è permeato dalla sfera psicologica del partner e, quindi, ne è direttamente permeato l'intero problema di vita». Uno dei padri della psicanalisi sembra qui confermare quanto già amavano ripetere i moralisti cristiani con l'espressione "l'unione dei corpi è l'espressione dell'unione dei cuori”, dove cuore non rivela l'organo biologico o la sede di un superficiale sentimentalismo ma, nel suo significato prettamente biblico, parla della profondità della persona, di ciò che è più intimo con tutta la gamma dei vari sentimenti. Anche sul piano puramente antropologico, pur in mezzo a tutti i limiti e alle difficoltà dell'esperienza umana, è possibile raccontare l'esperienza della relazione come un'avventura, un viaggio della coscienza, come un percorso che muove dal "desiderio-per-sé” all'apertura all'altro, al "dono-per-l'altro”.

€ 24.00
Download immediato
servizio Prenota Ritiri su tesi Dal desiderio "per sé” al dono "per l'altro”. Una lettura della relazione di coppia dal Cantico al Genesi, in prospettiva fenomenologica
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti