La terra della mia anima di Massimo Carlotto edito da E/O

La terra della mia anima

Editore:

E/O

Data di Pubblicazione:
25 febbraio 2008
EAN:

9788876418204

ISBN:

8876418202

Pagine:
179
Formato:
brossura
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Descrizione La terra della mia anima

Dopo il successo di "Nordest" e di "Arrivederci amore ciao", Carlotto ritorna a un personaggio dell'Alligatore, ma non per raccontare un nuovo episodio di quella serie, bensì per raccontare la storia vera di un malavitoso "dal cuore d'oro". L'autore padovano, che in questi anni ha rovesciato l'immagine romantica dei criminali e ne ha invece sottolineato la crudeltà e la spietatezza, fa qui una "eccezione", scrivendo la storia commovente del suo amico Rossini. Un'amicizia nata in carcere, in condizioni estremamente difficili, a cui Carlotto rende ora omaggio con questo romanzo.

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3 di 5 su 1 recensione

La terra della mia animaDi v. Federico-29 luglio 2011

Quando lo lessi, non mi sembrò opera dello stesso autore dell'alligatore. Ed in fondo non c'è una grande storia dietro. Forse una biografia, questa sì, che segue il nascere, crescere e prendere coscienza di una persona ai margini della legalità. Salvo poi discutere cosa siano questi margini. Ben è comunque di intelligenza pronta, e notevoli i racconti delle invenzioni che elucubra per sbarcare il lunario, per contrabbandare sigarette e caffè, ed altro ancora. Con questo amore per le terre dell'anima mia. Cioè per quei luoghi in cui uno si sente "a casa". Per tutta l'infanzia e la giovinezza sono i monti. Per la maturità e la vecchiaia diventano il mare. Quasi a ripercorrere l'itinerario interno dello stesso Carlotto, dalla natia Padova all'attuale Sardegna. Interessanti, ovvio per chi ne frequenta, le pagine sul carcere, o meglio sulle carceri, e sul loro evolversi e modificarsi nel tempo. Con quello sfiorare e scontrarsi con la violenza che solo lì si capisce quanto poco possa essere distante dal muoversi normalmente nella vita civile. Poi l'amore, per la bella Sonia, moglie amata e bistrattata. E per Dalida, quello che una volta era uomo, e per cui Ben perderà la testa e molto altro. Fino all'ultimo carcere quello in cui incontra Massimo (Carlotto? ) , in cui prende coscienza e comincia ad amare il jazz. Per tutto il romanzo, c'è comunque questa nota dolente, del tempo che passa, delle occasioni che vanno, delle scelte che si fanno. Come ritrovarsi ad un certo punto, che s'è fatto più strada di quanta se ne potrà ancora percorrere, e fermarsi A fare cosa? Pensare? Rimpiangere? Bella domanda. Quello che mi rimanda è quello che sento anche io dentro, che comunque, per quanto ci possa mostrare lo specchio, noi, dentro, s'è sempre la stessa persona. Magari a volte più consapevole, ma sempre quella che presa una volta coscienza di essere qualcosa, da allora ci è rimasta lì e ci accompagna. Mi verrebbe in mente, quasi che fosse una specie di nostro personale Dorian Gray. Cioè Dorian è l'involucro esterno che invecchia al posto del nostro essere che rimane lì ad agire e pensare, fino a che non si ricongiunge con il suo involucro e Beh, sappiamo tutti come va a finire. Mi sembra di aver messo troppi punti di sospensione, ma tante sono le cose che mi rimangono sospese. Il risultato finale è un libro di buon interesse, anche se non bellissimo, anche se mi aspettavo qualcosa di diverso.