La targa
- Editore:
Rizzoli
- Collana:
- BUR Best BUR
- Data di Pubblicazione:
- 12 Gennaio 2018
- EAN:
9788817098502
- ISBN:
8817098507
- Pagine:
- 84
- Formato:
- brossura
Trama La targa
Vigata, 1940. La sera dell'11 giugno, il giorno dopo l'entrata in guerra dell'Italia salutata dal paese intero come "la vincita di una quaterna al lotto", al circolo Fascio & Famiglia ricompare d'improvviso, dopo cinque anni di confino in quanto "diffamatore sistematico del glorioso regime fascista", Michele Ragusano. Nessuno, com'è inevitabile, lo saluta, ma gli animi in un attimo si riscaldano e volano male parole: fin quando a don Emanuele Persico, novantaseienne tutto pelle e ossa, squadrista della primissima ora, prende letteralmente un colpo. Tutto perché Ragusano gli ha chiesto con tono di sfida: "Il nomi di Antonio Cannizzaro vi dice nenti?". Qualcuno si inginocchia, avvicina l'orecchio al cuore del vecchio e sentenzia: "Morto è". Comincia così un esilarante circo di celebrazioni postume, di opportunismi e di verità sepolte, in cui ognuno eserciterà quell'arte sottile che è propria degli italiani d'ogni epoca: l'arte del revisionismo e del compromesso. Una lettura piena di sagacia e di personaggi tratteggiati con un l’irresistibile umorismo di Camilleri.“Il nomi di Antonio Cannizzaro vi dice nenti?”: bastano queste parole a uccidere il novantaseienne don Emanuele Persico, tutto pelle e ossa, squadrista della primissima ora. A fargli prendere letteralmente un colpo quel diffamatore antifascista di Michele Ragusano, tornato da cinque anni di confino a Lipari. È l’11 giugno 1940, Ragusano scampa per un pelo agli squadristi che lo vogliono linciare, ma finisce in carcere per omicidio preterintenzionale. Nel frattempo prende avvio un esilarante circo di celebrazioni postume e di scoperte sensazionali sul passato dell’integerrimo, sembrava, camerata Persico.
Recensioni degli utenti
Camilleri conta barzellette -4 Giugno 2016
Un raccontino che si svolge nella Vigata del tempo del fascismo, ma dove Camilleri ha tutta l’aria di avere in mente tempi più vicini e circostanze più diffuse. Godibile la storia, anche se poco più di una barzelletta che, se raccontata dal Maestro, diventa altro. Piacevolissima la postfazione della Torregrossa che parte dalla adulazione e finisce con una garbatissima critica.