La tana di fango. Memorie di un sopravvissuto di Wolfgang Koeppen edito da Giuntina
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La tana di fango. Memorie di un sopravvissuto

Editore:

Giuntina

Traduttore:
Buscaglione Candela P.
Data di Pubblicazione:
22 marzo 2002
EAN:

9788880571421

ISBN:

8880571427

Pagine:
126
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4 di 5 su 1 recensione

Un uomo che non è tale perchè ebreoDi t. raniero-19 luglio 2010

Jakob Littner, il protagonista di questo lungo racconto, tornato a Monaco alla fine della guerra, narra a Wolfgang Koeppen la sua incredibile Odissea, quasi incredulo di dover constatare che, dopo tante peripezie, proprio lui sia sopravvissuto. L'autore sceglie di narrare questa storia in prima persona, cioè con la voce di J. Littner, come se attraverso tale forma riuscisse a dare maggiore intensità alle sanguinose e crudeli vicende patite da Littner. In questo modo il lettore ne risulta più coinvolto, mentre l'autore compie opera di immedesimazione, quasi di identificazione tanto che alla fine della Prefazione del libro sarà spinto a dire che "...scrissi la storia dolorosa di un ebreo tedesco. Che diventò la mia storia". Un tedesco, ebreo di nascita, ma perfettamente assimilato e che sente intimamente di essere tedesco, è obbligato, a partire dal 1933, secondo le distinzioni prescritte dalla dottrina della razza, a prendere consapevolezza della sua natura di ebreo, ma invano, tanto profondo è il suo legame con la cultura e società tedesca, per cui l'antisemitismo, di cui anche lui è vittima, gli risulta come estraneo. Infatti, dice: "Quanto a me, mi vedo una persona come tutte le altre. Sono un cittadino, pago le tasse, mi piace una certa comodità, non sono un malfattore. Tutta questa propaganda che mi insulta in quanto appartenente a una specie umana cui sono accomunato per nascita dev'essere un terribile equivoco". Tuttavia, poco prima dello scoppio della guerra, dopo aver constatato e sperimentato suo malgrado la potenza della propaganda antisemita - si pensi alla famigerata notte dei cristalli nel 1938 - è costretto ad allontanarsi dalla Germania e a trovare riparo nel primo paese che gli offre possibilità di asilo, la Cecoslovacchia. Da Praga, poi in Polonia, a Cracovia e a Zbaraz, e infine nella "tana di fango", gradualmente prenderà consapevolezza, e con lui il lettore, della inenarrabile crudeltà del nazismo e delle atrocità perpetrate dalle SS a danno degli ebrei. Lo stile del racconto e asciutto e l'immedesimazione dell'autore in Jakob Littner è tale che riesce con notevole capacità a rndere le sue emozioni, i suoi stati d'animo, i suoi sentimenti di fronte alle ingiustizie che è costretto a subire per il solo fatto di essere ebreo. Alla fine della guerra torna a Monaco, la sua città, e di fronte allo spettacolo della furia della distruzione e dell'immenso dolore, sarà spinto a chiedersi: "Era necessario tutto questo?" Oltre a questa amara domanda, comincia a porsene altre, drammatiche, sulla non resistenza degli ebrei, sulla condiscendenza di gran parte del popolo tedesco al suo Fuhrer-Moloch, su come giudicare chi si è macchiato di crimini disumani. In questo senso il libro si apre al lettore e lo invita a far sue queste domande, cercando, se possibile di trovare risposte che possano aiutarlo a gettare una piccola luce nell'oscurità della Storia.