Il tamburo di latta di Günter Grass edito da Feltrinelli

Il tamburo di latta

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Bianchi B.
Data di Pubblicazione:
2 gennaio 2009
EAN:

9788807720789

ISBN:

8807720787

Pagine:
604
Formato:
brossura
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Trama Il tamburo di latta

Romanzo epocale, "Il tamburo di latta" compie cinquant'anni e conserva tutta la sua carica provocatoria. In modo umoristico e grottesco, narra la vicenda del protagonista Oskar Matzerath, il tamburino inseparabile dal suo tamburo e con una voce potentissima che manda in frantumi i vetri. Dal manicomio dove è rinchiuso Oskar rievoca la propria storia, indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima metà del Novecento. Scorrono così nel fiume del suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all'ascesa irresistibile del nazismo e al crollo della Germania. È stato nel giorno del suo terzo compleanno che Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla società ipocrita, ha deciso di non crescere più. Da quell'osservatorio particolare che è la città polacco-tedesca di Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformità si staglia contro la ripugnanza della normalità piccolo-borghese. Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la viltà e la corruzione di nessuno, neppure le proprie. Di questa pietra miliare della letteratura contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 9 recensioni

Una strana forma di protestaDi C. Michele-9 maggio 2012

Surreale, grottesco, divertente ma anche amaro: "Il tamburo di latta" è tutto questo. Conoscerete Oskar e la sua decisione di arrestare il suo processo di crescita come forma di protesta contro il mondo degli adulti; un mondo che non gli piace affatto. Il tutto raccontato al ritmo del suo inseparabile tamburo.

Il tamburo spaccatuttoDi C. Adele Maria Rosa-21 marzo 2012

E' una storia lunga, che si snoda nel ricordo, con tanti personaggi, e un bambino ribelle, rivoluzionario, che decide di non crescere più. La lettura non è facile, colma di rimandi, di digressioni, di aneddoti raccontati, che poi per la vicenda non contano molto. Per essere apprezzato appieno, per essere più godibile, avrebbe dovuto essere sfoltito. Mi piace il nocciolo delle storie e qui non è facile trovarlo.

OttimoDi R. Laura-7 dicembre 2011

Oskar ha solo tre anni quando scopre di odiare gli adulti e, per evitare di diventare come loro, decide di buttarsi dalla rampa delle scale che porta in cantina, bloccando così la sua crescita. Costretto a rimanere un nanerottolo deforme per il resto della sua esistenza, Oskar rifiuta di vivere una vita normale, segnata dai dettami della società ipocrita e inizia la carriera di tamburino: attraverso questo tamburo di latta, ricevuto come regalo per i suoi tre anni, lui esprimerà i suoi sentimenti, la sua rabbia, il suo dolore. Pubblicato nel 1959 in Germania, questo libro ripercorre attraverso la biografia di Oskar la storia del Novecento europeo, prevedendo quello che accadrà dieci anni dopo con il '68. In questo romanzo, infatti, si legge già la rivoluzione dei figli contro i padri, del presente contro il passato, dei giovani contro la società ipocrita e vecchia. Gli anni Cinquanta, inoltre, sono in Germania gli anni delle domande, in cui i giovani si chiedevano come era stato possibile mettere in atto una barbarie simile a quella della Seconda Guerra Mondiale. Così come per i ragazzi degli anni Settanta i padri sono simbolo di ipocrisia, anche per Oskar la figura del padre è vista negativamente: pur avendo in realtà due padri (uno naturale e uno putativo) , nessuno dei due sarà degno della sua stima, anzi, uno addirittura deciderà di suicidarsi per evitare sofferenze maggiori, provocando la delusione di Oskar, che smetterà di suonare il suo tamburo per un lungo periodo. Personalmente lo giudico un libro molto ben scritto, che ha saputo unire in maniera sublime diversi registri stilistici, che ha saputo raccontare attraverso gli occhi di un "diverso", uno dei secoli più difficili della nostra storia. Non a caso si è aggiudicato un Premio Nobel.

InsuperabileDi M. Amalia-7 dicembre 2011

Ecco un capolavoro. Ogni pagina è una scoperta, tutta la prima parte è indimenticabile, le successive sarebbero discutibili, se non fosse per la genialità dell'autore che sa piazzare il colpo vincente, non appena il lettore crede di non aver più nulla da attendersi. Il problema semmai è: che sia solo arte? Non ignoro che un alto numero di lettori si è arenato di fronte alle evidenti stramberie di questo testo, agli sperimentalismi, all'orrida bruttezza di molti capitoli (nel senso che parlano di brutture) . Io l'ho letto e ammirato per la creazione del protagonista, soprattutto per alcuni suoi tratti, come il fatto di infiltrarsi a suonare il suo tamburo e condizionare le scelte di chi si crede in piena libertà (queste situazioni succedono nella vita di tutti i giorni ed era giusto che la letteratura partorisse qualcosa sul tema) . Ma i libri non si scrivono per giustizia, bensì per arte, i capolavori si accolgono e un rifiuto non è necessariamente un torto di chi lo esprime. Alla fine della lettura rimane il dubbio se tutto fosse veramente così artistico, o se non ci fosse dell'altro. Questo "altro", c'è e lo si trova negli altri romanzi di Danzica di Grass. L'ambiguità del messaggio rimane. Io consiglio questo libro, con tanta prudenza e anche per rispetto e gratitudine verso chi lo ha tradotto, impresa ciclopica.

Il tamburo di lattaDi M. Luca-9 aprile 2011

Non so veramente trovare parole per questo lavoro. Con "Il tamburo di latta" ho un rapporto molto difficile. Ad un certo livello è un romanzo che mi ha molto coinvolto, narrando con incredibile inventiva e colore, anche di un periodo di grande disperazione. E lo fa senza mai abbandonare l'ironia. Ma d'altra parte provo un senso di rifiuto per certe pagine eccessivamente barocche e alla fine abbastanza inutili e ridondanti. Ho stima e simpatia per Gunter Grass come scrittore, ma questo romanzo alla fine mi ha lasciato una forte sensazione di fastidio, mista ad una di grande ammirazione. Contraddittorie emozioni, come è contraddittoria è anche la qualità del romanzo.

Non l'ho capito e non è un capolavoro...Di d. nicola-3 febbraio 2011

Non sono riuscito a finire questo libro. Non è brutto ma non si riesce a dargli una forma e a capire dove voglia arrivare. A metà del libro di sembra quasi che il tamburino di stia accompagnando nella lettura e col suo bel battere non ti dia un attimo di tregua e di respiro.