Sullo stile tardo di Edward W. Said edito da Il Saggiatore
Alta reperibilità

Sullo stile tardo

Collana:
La cultura
Data di Pubblicazione:
10 Settembre 2009
EAN:

9788842814610

ISBN:

884281461X

Pagine:
164
Formato:
brossura
Argomenti:
Letteratura, storia e critica: studi generali, MUSICA
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Descrizione Sullo stile tardo

Mi concentrerò su alcuni grandi artisti e sul modo in cui, alla fine della vita, la loro opera e il loro pensiero abbiano acquisito un nuovo linguaggio che vorrei definire stile tardo. Edward Said descriveva così il progetto al quale aveva dedicato oltre vent'anni di studio, diversi cicli di conferenze e lezioni universitarie, e che lo impegnava ancora al momento della morte. Adorno, Beethoven, Richard Strauss, Benjamin Britten, Tornasi di Lampedusa, Luchino Visconti, Glenn Gould, Jean Genet, come pure Mozart, Euripide, Kavafis, Thomas Mann. Nelle loro ultime prove - a differenza di quanto accade, per esempio, con Rembrandt, Matisse, Sofocle, Shakespeare, Verdi - non si avverte una pacifica risoluzione delle contraddizioni, una serena compiutezza, bensì "intransigenza", "difficoltà", "disgregazione", a tratti una "feroce militanza contro il proprio tempo", un anacronismo perseguito con ostinazione. È proprio questa "tardività inconciliata" ad attrarre maggiormente l'interesse di Said, che la esplora in quanto cifra stilistica più che per le implicazioni biografiche e autobiografiche, alle quali pure non era e non poteva essere insensibile, non da ultimo per la consapevolezza della propria malattia e dunque della mancanza di tempo. Lo scandaglio critico insiste sul linguaggio con cui il tema viene declinato nelle opere originali e, in alcuni casi privilegiati, nelle riletture e riscritture successive, talvolta realizzate con mezzi differenti. "Mi concentrerò su alcuni grandi artisti e sul modo in cui, alla fine della vita, la loro opera e il loro pensiero abbiano acquisito un nuovo linguaggio che vorrei definire stile tardo." Edward Said descriveva così il progetto al quale aveva dedicato oltre vent'anni di studio, diversi cicli di conferenze e lezioni universitarie, e che lo impegnava ancora al momento della morte. Adorno, Beethoven, Richard Strauss, Benjamin Britten, Tomasi di Lampedusa, Luchino Visconti, Glenn Gould, Jean Genet, come pure Mozart, Euripide, Kavafis, Thomas Mann. Nelle loro ultime prove - a differenza di quan to accade, per esempio, con Rembrandt, Matisse, Sofocle, Shakespeare, Verdi - non si avverte una pacifica risoluzione delle contraddizioni, una serena compiutezza, bensì "intransigenza", "difficoltà", "disgregazione ", a tratti una "feroce militanza contro il proprio tempo", un anacronismo perseguito con ostinazione. È proprio questa "tardività inconciliata" ad attrarre maggiormente l'interesse di Said, che la esplora in quanto cifra stilistica più che per le implicazioni biografiche e autobiografiche, alle quali pure non era e non poteva essere insensibile, non da ultimo per la consapevolezza della propria malattia e dunque della mancanza di tempo. Lo scandaglio critico insiste sul linguaggio con cui il tema viene declinato nelle opere originali e, in alcuni casi privilegiati, nelle riletture e riscritture successive, talvolta realizzate con mezzi differenti. Tra gli esempi più articolati e ricchi di sfaccettature, la traduzione filmica del Gattopardo da parte di Visconti o quella operistica della Morte a Venezia da parte di Britten. Un libro che può essere considerato il capolavoro dello "stile tardo" dello stesso Said: un suggello alla sua vita, al suo impegno, al suo lavoro.

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La consapevolezza dell'imminente disgregazione.Di R. Irene Giovanna-16 Settembre 2010

Eclettismo, competenza, versatilità e volubilità di uno degli ultimi intellettuali completi che hanno attraversato questa terra. La competenza di Said nella complessa e articolata storia musicale, storia delle esecuzioni e delle interpretazioni, è straordinaria e il suo stile, anche il suo stile è tardo, diviene ancora più complesso, ma mai oscuro o sibillino quasi che con esso l'autore volesse rendere più evidente come la disgregazione e il conflitto che agitano lo stile tardo degli autori esaminati. Un tripudio di riferimenti musicali, discografici, letterari, filosofici, nell'affrontare un tema desueto presente nella vita di ogni artista ma circondato dal velo di una timorosa omertà che Said squarcia con elegante maestria. Ancora una volta la profondità di un tema come la morte affrontato con la grazia di un grande intellettuale e con la forza si appassiona al proprio lavoro e di chi ne fa uno strumento al servizio della società in una dimensione che è ormai globale. Questa raccolta di saggi è il testamento intellettuale e spirituale di Said. Nascosto tra le righe il sentimento dell'imminente morte dell'autore la profondità si mostra nella sua pienezza, ad un livello anticipato ma mai raggiunto nelle opere precedenti.