Splendore di Margaret Mazzantini edito da Mondadori
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Splendore

Editore:

Mondadori

Collana:
Oscar 451
Data di Pubblicazione:
8 maggio 2018
EAN:

9788804689041

ISBN:

8804689048

Pagine:
324
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Trama Splendore

"Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?" si chiedono i protagonisti di questo romanzo. Due ragazzi, due uomini, due destini. Uno eclettico e inquieto, l'altro sofferto e carnale. Una identità frammentata da ricomporre, come le tessere di un mosaico lanciato nel vuoto. Un legame assoluto che s'impone, violento e creativo, insieme al sollevarsi della propria natura. Un filo d'acciaio teso sul precipizio di una intera esistenza. I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell'altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi. Nel luogo dove hanno imparato l'amore. Un luogo fragile e virile, tragico come il rifiuto, ambizioso come il desiderio. L'iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita l'infanzia, l'adolescenza, il ratto dell'età adulta. Mettono a repentaglio tutto, ogni altro affetto, ogni sicurezza conquistata, la stessa incolumità personale. Ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per l'età dello splendore che i due protagonisti, guerrieri con la lancia spezzata, attraversano insieme. Un romanzo che cambia forma come cambia forma l'amore, un viaggio attraverso i molti modi della letteratura, un caleidoscopio di suggestioni che attraversa l'archeologia e la contemporaneità. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è. E che il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.

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1 di 5 su 1 recensione

TerribileDi M. Morena-27 dicembre 2015

Non comprarlo. Davvero, dico sul serio. È triste, ma non di quella tristezza letteraria che rende grandi e nobili le storie; no, questo libro è di una tristezza ridicola, parossistica, incredibilmente confinata e strizzata nel recinto del solito, vecchio muffito ritornello (che non posso esplicitare in quanto svelato nel finale) che sembra comparire sempre quando si parla di amore omosessuale. L'ho finito con rabbia perché la Mazzantini avrebbe potuto sfruttare qui la rara potenzialità di raccontare qualcosa di grande, di nuovo, fuori dai confini del sentito dire, oltre quella condanna all'infelicità che queste storie d'amore sembrano portarsi addosso come uno stigma, ma ha preferito accatastare banalità, dimostrando una superficialità nel trattare l'argomento che mi lascia delusa e soprattutto indignata. Atroce.