Il sottobosco. Berlusconiani, dalemiani, centristi uniti nel nome degli affari

Il sottobosco di cui parlano i giornalisti Claudio Gatti e Ferruccio Sansa è quel luogo nascosto e in ombra dove la politica si intreccia con gli affari, dando vita a reti di potere che curano l'interesse personale di pochi a discapito del benessere generale della collettività. Il sottobosco è uno dei grandi mali che affliggono il nostro paese. Qui i concetti di etica e di morali non esistono, non esistono ideologie e schieramenti politici, esiste solo il business. I due giornalisti spiegano come D'Alema e Berlusconi, due politici apparentemente contrapposti, in realtà siano i fautori di un gruppo di potere che da vent'anni ha completamente paralizzato lo sviluppo dell'Italia intera. Un esempio degli effetti generati dal sottobosco può essere l'affare del petrolio proveniente dal Venezuela. Da una parte vediamo Roberto De Santis, lobbista che chiama D'Alema "fratello maggiore", dall'altra c'è Marcello Dell'Utri, considerato dal tribunale di Palermo l'uomo chiave nei rapporti tra mafia e Forza Italia. A fare da mediatore c'è invece Aldo Micciché, ex democristiano, latitante ed emissario della 'ndrangheta in America latina. Con l'intervento di questi gruppi di potere viene meno qualsiasi forma di sana competizione e di meritocrazia, gli investimenti con denaro pubblico vengono decisi a tavolino da pochi e senza alcuna trasparenza. Non basta quindi, come credono in molti, porre fine all'epoca Berlusconiana per risanare il Paese, ma bisogna cambiare moltre altre cose. Gatti e Sansa raccontano di come il rilancio dell'Italia sarà impossibile fintantoché le decisioni verranno prese dalle persone che popolano Il sottobosco.