Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell'immaginario economico alla costruzione di una società alternativa di Serge Latouche edito da Bollati Boringhieri
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Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell'immaginario economico alla costruzione di una società alternativa

Collana:
Temi
Edizione:
9
Traduttore:
Grillenzoni F.
Data di Pubblicazione:
13 ottobre 2005
EAN:

9788833916231

ISBN:

8833916235

Pagine:
107
Formato:
brossura
Argomento:
Economia dello sviluppo
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell'immaginario economico alla costruzione di una società alternativa

Secondo Latouche, bisogna mettere in discussione i concetti di crescita, povertà, bisogni fondamentali, tenore di vita e decostruire il nostro immaginario economico, che è ciò che affligge l'occidentalizzazione e la mondializzazione. Non si tratta ovviamente di proporre un impossibile ritorno al passato, ma di pensare a forme di un'alternativa allo sviluppo: in particolare la decrescita condivisa e il localismo. Serge Latouche è professore emerito di Scienze economiche all'Università di Paris-Sud. Specialista dei rapporti economici e culturali Nord-Sud e dell'epistemologia delle scienze sociali, è autore di numerose opere.

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4 di 5 su 3 recensioni

Interessante punto di vistaDi E. Ahmad-28 aprile 2012

La teoria della decrescita: come si evolve, e perché. Latouche a volte sembra eccessivamente integralista, ma la sua opera è estremamente interessante, soprattutto se confrontata a quella di tanti economisti che si sforzano per trovare una via di "sviluppo". Latouche dichiara guerra non solo alle teorie dello sviluppo, ma al concetto medesimo. Questa è la sua grandezza. E la sua utopia. Ma le sue riflessioni sono convincenti e affascinanti.

il grande inganno dello sviluppoDi G. Silvia-23 agosto 2010

Latouche critica il concetto di sviluppo, che con la promessa di emancipare dalla povertà i popoli del Terzo Mondo, in realtà li obbliga a conformarsi agli standard occidentali, improntati al profitto e al mercato, senza considerare la validità delle loro tradizioni e dei loro saperi. Spesso, dopo tali invasivi e ciechi interventi esterni, invece di andare incontro a un miglioramento, le loro condizioni di vita vanno peggiorando... Efficace ed esemplificativa è questa citazione dalla conclusione del saggio: I popoli oppressi aspirano se possibile a vivere «bene». Bene non è necessariamente di più o meglio. Cioè vivere nella dignità, secondo i propri valori, le proprie regole e le proprie scelte culturali, senza essere intrappolati e stritolati dalla e nella corsa all’aumento del Pil. In fin dei conti non è la stessa aspirazione della gente comune del Nord?

Realtà o utopia?Di v. serena-20 gennaio 2007

Latouche è illuminante nelle sue analisi in campo economico, con il pregio di essere anche piuttosto sintetico e scorrevole. La "società della descrescita" da lui proposta (che tra l'altro relega il lavoro in uno spazio marginale della vita quotidiana..)è una grossa provocazione sopratutto oggi, ma resta sempre un dubbio: è davvero realizzabile tutto questo? E come? Comunque, consiglio a tutti quetso libro perchè sono poche pagine che possono davvero dare una svolta al modo di leggere e vivere a realtà.