Una sola morte numerosa. Nuova ediz. di Nora Strejilevich, Marco Bechis, Rosa Maria Grillo edito da Oedipus

Una sola morte numerosa. Nuova ediz.

Editore:

Oedipus

Traduttore:
Bajini I. M.
Data di Pubblicazione:
2018
EAN:

9788873413431

ISBN:

8873413439

Pagine:
200
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Descrizione Una sola morte numerosa. Nuova ediz.

Nel 1977 Nora Strejilevich fu sequestrata, rinchiusa e torturata nel centro di detenzione clandestino Club Atlético, a Buenos Aires. Una volta liberata, andò in esilio prima in Israele, poi in Canada. Nel 1997 ha pubblicato "Una sola muerte numerosa", un testo di autofiction che si muove tra denuncia, rievocazione poetica e documentazione sulla desaparición di suo fratello Gerardo.

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5 di 5 su 1 recensione

Lettura profondamente emozionante Di D. Fausto-13 gennaio 2019

Il libro di Nora Strejilevich "Una sola muerte numerosa" racconta a più voci la tragedia dei desaparecidos in Argentina. Negli Stati Uniti, il libro ha ricevuto il premio nazionale Litras de Oro 1996 in letteratura spagnola ed è stato tradotto in inglese, tedesco e ora in italiano, con un'introduzione di Marco Bechis. Ho seguito la nascita del libro dal 1979, cioè da quando i ricordi di Nora erano così freschi che preferiva non parlarne, e ricordo ancora con emozione il racconto che mi fece della prigione, della tortura che sia lei che il fratello e la sua fidanzata hanno subito in camere adiacenti, in modo che uno sentisse le urla dell'altra. Raccontandomi cose che non voleva ricordare, mi stava permettendo di vedere dentro una ferita profonda che pensava di voler richiudere per farla cicatrizzare per sempre. Poi Nora ha capito che raccontare significava dare voce a chi non poteva più parlare, e ha scritto un libro straordinario, con quell'umiltà indispensabile a fare cose di valore. Se è vero, come sostiene qualcuno, che la nostra vita, la vera essenza del nostro essere, si nasconde nella possibilità di raccontarla, di farla rivivere alle generazioni future, o, secondo altri, di presentarla alla cospetto di Qualcuno - di cui alcuni, e Nora tra questi, avvertono solo il silenzio -, allora il suo libro fa proprio questo: conserva la vita di una intera generazione. Nel libro si pone il problema primo di chi ha fatto esperienza di quelle cose: come parlare di cose disumane? Uno dei segreti nella soluzione di Nora è parlare attraverso tanti registri e far parlare tante voci, ricostruire un mondo da tanti frammenti di specchi. Si avverte che ha ritegno nel parlare perché teme che la parola sia sacrilega, cioè banalizzi l'esperienza del male o l'esperienza della vita. Ecco, lei alterna scene dipinte a colori con precisione di dettaglio (in cui anche i suoni e le nuvole e le voci dei bambini nella piazza prendono vita e si muovono con "il vento, che suona attento gli strumenti dei fitti alberi") a scene in cui la tragedia si raggruma come in un quadro di Picasso (ricostruito con parole che recuperano il loro significato proprio per "quella lucidità critica che distrugge le parole e le convenzioni, e va a fondo nelle cose, dentro la loro segreta e inalienabile verità") ; da scene raccontate con le parole dei testimoni, gli unici forse che hanno diritto di parola, a scene raccontate con la poesia che viene dalla vita. Questo libro è una delle letture più profonde ed emozionanti che abbia mai fatto. Sapere che il male può nascere accanto a noi e dentro di noi senza preavviso, come in un racconto di Verga, senza cioè che una musica di accompagnamento ci avvisi della sua venuta, sapere che possiamo diventare carnefici o vittime da un momento all'altro, deve servire a impedire che accada di nuovo.