La società dell'indagine. Riflessioni sopra il successo del poliziesco di Alessandro Perissinotto edito da Bompiani

La società dell'indagine. Riflessioni sopra il successo del poliziesco

Editore:

Bompiani

Data di Pubblicazione:
14 maggio 2008
EAN:

9788845260995

ISBN:

8845260992

Pagine:
105
Formato:
brossura
Argomenti:
Studi sui mezzi di comunicazione di massa, Reati e criminologia
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione La società dell'indagine. Riflessioni sopra il successo del poliziesco

Perché, malgrado la drammatica abbondanza di delitti reali, la nostra società ha bisogno di consumare dosi massiccie di crimini letterari, televisivi e cinematografici? Perché il poliziesco si sta imponendo come genere dominante? Si tratta di una mera questione commerciale o di una semplice moda? Perissinotto, nella duplice veste di sociologo e di scrittore di noir, riflette sul successo della narrativa d'indagine e ne cerca le radici profonde in quel diffuso e inappagato desiderio di verità che caratterizza il mondo contemporaneo. In una società sulla quale aleggia perpetuamente lo spettro del complotto, l'investiugazione diventa il modello conoscitivo privilegiato.

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4 di 5 su 2 recensioni

La società dell'indagineDi R. Pasqualina-27 settembre 2011

Perissinotto abbandona per un attimo la narrativa per questa raccolta di saggi letterari, alcuni molto acuti. Il libro è molto bello perché, come dire, riesce a parlare del giallo attraverso una prosa avvincente come quella del giallo, e questo non va a detrimento della profondità della riflessione. Insomma, una bella prova. Il perno attorno a cui l'analisi ruota è il rapporto tra giallo e società. Perché tanta fortuna hanno i romanzi gialli? Perché risponde Perissinotto in una società dell'incertezza come la nostra, scoprire la verità è consolatorio, anche se poi questo non significa che il giallo lo sia, anzi. Attraverso il dispositivo di messa in scena della morte (comune anche al serial di indagine) esso mostra il processo del morire sezionandolo, certo ponendolo in relazione con delle ragioni (si muore sempre per qualche ragione, nel giallo) ma sicuramente senza riscattarlo in nessun lieto fine. Il giallo, da questo punto di vista, ha molto in comune con la tragedia: la capacità di dipingere grandi personaggi, l'analisi della loro interiorità, la banalità del male. Due approfondimenti chiudono il volumetto: una bella analisi del CSI Effect, ovvero della tendenza di giudici, giurati, criminali a farsi influenzare da quanto mostrato dalla fiction di indagine, e una riflessione sul valore educativo della fiction di indagine e del medical, spesse volte messo in scena dal loro uso come forme di campagna di pubblicità sociale. Tutte condivisibili, le analisi di Perissinotto ci stimolano a cercare ulteriori motivazioni al successo del genere. E se fosse perché il giallo, più di altri generi, funzionando come una macchina inferenziale che al contempo non tralascia il lavoro sul personaggio, genera in noi il piacere della lettura? Come scrive Pennac in "Come un romanzo", a pagina 96: "Il vero piacere del romanzo è tutto nella scoperta di questa intimità paradossale: l'autore e l'io La solitudine della scrittura che invoca la risurrezione del testo attraverso la mia voce muta e solitaria".

un'attenta riflessioneDi f. cristina-14 settembre 2010

Perchè malgrado l'abbondanza di delitti reali nella nostra società, il poliziesco in tutte le sue dimensioni, dal noir al giallo più classico, sia nel cinema che in televisione che nei libri si è imposto? E' questo il punto di partenza dell'autore. Non è una questione commericiale o di moda, o di genere, l'autore va più in là, l'investigazione funge da metodo ultimo conoscitivo per risolvere incognite e dubbi esistenziali.