Sul silenzio. Fuggire dal rumore del mondo

Cosa daremmo per avere la possibilità di ascoltare solo il rumore sordo dei nostri passi? David Le Breton scrive un libro che è un atto di poesia, un proclama di bellezza e di rispetto verso il mondo. Sul silenzio. Fuggire dal rumore del mondo è un grido di dolore e di protesta verso una quotidianità profondamente inquinata dal ticchettio degli smartphone, da quell’avviso di chiamata che interrompe le nostre passeggiate, le cene, persino le giornate in un rifugio di montagna. Non riusciamo più a disconnetterci e questo è preoccupante poiché non abbiamo più la possibilità di ascoltarci o di ascoltare gli altri. Il silenzio è un bene comune e va riconquistato, sforzandosi di ignorare tutto il resto, di concentrarsi su ciò che stiamo facendo, in un certo senso isolandoci da ciò che può essere fonte di disturbo. Questo silenzio è un bisogno in ogni campo del nostro vivere, è un passo che ha bisogno di rallentare e di diventare eco per gli altri. Nella politica, nelle relazioni sociali, nelle conversazioni di ogni giorno riappropriamoci delle pause, di quel momento di tranquillità che si infrange con il resto. Le Breton in Sul silenzio. Fuggire dal rumore del mondo, suggerisce di riappropriarsi del passo lento del cammino, della volontà di porsi degli obiettivi che non siano solo performanti, ma di semplice libertà spirituale. Il libro di David Le Breton andrebbe così sfogliato ogni giorno per ricondurci alle origini del mondo, ad una interiorità che deve essere riconquistata.