Il senso del luogo. Con pastelli, tempere e olii di Giovanni Ferrarotti di Franco Ferrarotti edito da Armando Editore
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Il senso del luogo. Con pastelli, tempere e olii di Giovanni Ferrarotti

Data di Pubblicazione:
1 giugno 2009
EAN:

9788860815668

ISBN:

8860815665

Pagine:
96
Argomenti:
Povertà e disoccupazione, Crisi e disastri finanziari
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Globalizzazione e genius lociDi i. ettore-6 agosto 2009

Un libro di sociologia da leggere tutto d'un fiato in cui Franco Ferrarotti affronta con la consueta destrezza e stile temi ricchi di molteplici aspetti e relazioni, che vanno dalla crisi economica agli effetti della globalizzazione, fino alla mancata memoria e alla riscoperta del genius loci. Dopo aver chiarito come la crisi finanziaria diventi crisi economica, l'Autore avvia la sua riflessione partendo dal paradigma politico-economico della decrescita, teorizzata da Nicholas Georgescu-Roegen, come economia basata su principi ecologici. Ferrarotti rilancia questa categoria sociopolitica, innanzitutto per ammonirci: chi parla con foga contro il consumismo e a favore della decrescita, di norma lo fa dopo aver mangiato troppo. Ridurre crescita e consumi è una buona idea, ma, naturalmente, solo per la minoranza che ha esagerato. Per quanti invece non hanno avuto accesso al banchetto la decrescita rischia di diventare il sinonimo di un'esistenza priva di sbocchi. Altra questione posta, riguarda il chi sia a decidere e dove si annidi il vero potere economico-finanziario. Impietosa è la fotografia dello Chief Executive Officer (CEO), uomini nuovi del potere globale che si arricchiscono senza scrupoli, svincolati da ogni controllo e nell'impotenza dei moderni Stati nazionali e dei presunti summit sovranazionali. Ferrarotti analizza le fasi dell'acuirsi della crisi sottolineando come il tracollo globale parta da lontano. Nella sua analisi prende le distanze da quanti vogliano trovare analogie con la crisi del '29, ma nello stesso tempo sottolinea come la crisi odierna abbia facilitato la vittoria di Obama, nello stesso modo in cui il tracollo del secolo scorso ha agevolato Roosvelt. Vittoria che fece uscire l'America dalla Grande Depressione. Nel bilancio di Ferrarotti non vi è dubbio il capitalismo vince la sfida con il socialismo e non ha alternative, perché duttile, indifferente ai regimi politici del momento e vive per massimizzare i profitti nel più breve tempo possibile. Con un tallone d'Achille, però, la contraddizione mortale tra sovrapproduzione e consumo. Nel complesso scenario della globalizzazione Ferrarotti salda in un rapporto dialettico due inedite categorie, quella della a-territorialità, come rivincita sul superamento dei confini, come riscoperta della qualità della vita, dei luoghi, del paesaggio e quella del genius loci, come scoperta e custode dei costumi e delle tradizioni, come il dio che protegge i confini della comunità e garantisce e accresce i processi della genesi primordiale. Il territorio, insomma, il luogo e lo spazio fisico-naturale, diventano la chiave di una possibile risposta ecologica ed economica in grado di offrire una soluzione ai problemi aperti dalla globalizzazione. Ecco il senso dell�invito che Ferrarotti rivolge a rivedere e riscoprire lo spazio, il senso del luogo, ed in questo a riflettere e mettere in discussione i nostri modi di uso del mercato globale. La globalizzazione, sostiene Ferrarotti, ha favorito ed alimentato anche teorie estemporanee come quelle che egli definisce le gabellate teorie sociologiche che prefigurano il modello di una società liquida, incorporata nel totem del mercato globale, alla base di compagini sociali indefinite ed inafferrabili che hanno liquidato posti di lavoro, vite, partiti politici di grande tradizione storica. Non è inutile chiedersi, pur condividendo la posizione dell'Autore, se il paradigma della società liquida di Bauman sia ascrivibile ad una metafora legata all'attuale fase dell'epoca moderna. Un'epoca storica senza legami stabili, dell'usa e getta e della sindrome del consumo, in cui prevale il concetto di flessibilità in ogni campo. La modernità liquida di Bauman, che nasce allorché spazio e tempo vengono disgiunti tra loro, non può essere allora letta come paradosso dell'onnipervasivo richiamo alla flessibilità? Il senso del luogo si conclude con un'appendice che rievoca la figura di Adriano Olivetti, con cui Ferrarotti ha condiviso da protagonista l'avventura culturale e politica del grande progetto di industrializzazione di Ivrea senza distruggere l'ambiente, di uno sviluppo economico che non stravolgesse l'anima contadina del territorio, secondo un approccio che oggi definiremmo sviluppo sostenibile. L'Autore chiude il suo libro con una serie di quadri di Giovanni Ferrarotti, violinista e pittore. Dipinti coerenti con il libro, che rievocano con grande suggestione il luogo come spazio fisico, come genius loci, unica entità tutelare cui per l'uomo post moderno e globalizzato valga la pena di fare sacrifici per garantirsi sorti meno infauste. Ettore Ianì