Sei milioni di accusatori. La relazione introduttiva del procuratore generale al processo Eichmann
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi tascabili. Saggi
- Traduttore:
- Gonsalez L.
- Data di Pubblicazione:
- 19 gennaio 2010
- EAN:
9788806201609
- ISBN:
8806201603
- Pagine:
- 189
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Storia d'Europa, Storia postbellica del 20. Secolo: dal 1945 al 2000
Descrizione Sei milioni di accusatori. La relazione introduttiva del procuratore generale al processo Eichmann
Quando il 15 dicembre 1961 la prima edizione di "Sei milioni di accusatori" veniva pubblicata in Italia, la condanna a morte di Adolf Eichmann da parte della corte distrettuale di Israele era stata pronunciata da poche ore. Si consumava così uno dei più celebri e controversi processi del XX secolo, il primo e uno dei più importanti in cui vennero affrontati in modo specifico i crimini dell'Olocausto, l'inizio di una vera presa di coscienza di ciò che la "soluzione finale" aveva significato. Da allora il nome di Eichmann divenne uno dei simboli della barbarie del Novecento, spesso associato con l'interpretazione che ne diede Hannah Arendt nell'opera "La banalità del male", apparsa qualche tempo dopo. Oggi, quasi mezzo secolo più tardi, il discorso del procuratore Gideon Hausner offre ancora un drammatico affresco degli eventi dell'Olocausto e, soprattutto, costituisce un importante documento della vicenda del processo e del complesso di significati che esso ebbe per la coscienza collettiva in Israele e nel mondo.
Recensioni degli utenti
Nazisti alla sbarra!-20 dicembre 2010
Eichmann e' uno dei pochi criminali nazisti che vennero condannati per i loro crimini contro l'umanita' , forse l'introduzione al suo processo a Gerusalemme ha gonfiato sotto alcuni aspetti la sua figura, lui non era Hitler, di certo pero' e' stato (anche se da semplice burocrate) un anello importante nel compimento del progetto folle della Germania nazista. Un libro che comunque mette in luce come sia stato semplice portare a termine uno dei piu' grandi massacri della storia, da parte di una nazione che si considerava civile, tramite l'utilizzo del lavoro di questi semplici funzionari.