Descrizione Se Venezia muore
In tre modi muoiono le città: quando le distrugge un nemico spietato, quando un popolo straniero vi si insedia con la forza, o quando perdono la memoria di sé. Venezia può morire se perde la memoria, se non sapremo intenderne lo spirito e ricostruirne il destino. Fragile, antica, unica per il suo rapporto con l'ambiente, Venezia si svuota di abitanti, e intanto è bersaglio di innumerevoli progetti, che per "salvarla dall'isolamento" ne uccidono la diversità e la appiattiscono sulla monocultura di una "modernità" standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico-alberghiera. Il caso di Venezia, emblematico, permette a Salvatore Settis un ragionamento universale: dall'Aquila a Chongqing - città della Cina che è passata dai 600.000 abitanti del 1930 ai 32 milioni di oggi - mutamenti frenetici imposti da ragioni produttive e di mercato violano il contesto naturale e lo spazio sociale, mortificano il diritto alla città e la democrazia.
Recensioni degli utenti
Urbanisti e architetti, leggetelo! - 29 marzo 2018
Tutto parte da una conferenza tenuta a Venezia nel 2012... E da lì si sviluppa un ragionamento puntuale, ficcante, incontrovertibile che inchioda al muro le responsabilità politiche e sociali. E questo discorso non vale solo per Venezia, ovvio. Basta un dato: nel 1971 la popolazione residente a Venezia era di 108. 000 persone, nel 2001 - appena 30 anni più tardi - scende a 65. 000. Leggetelo, leggetelo, leggetelo.
Settis sui tragici problemi di Venezia - 12 luglio 2017
Una lucida - persino spietata - disamina dei pericoli che rischiano di snaturare definitivamente Venezia (come del resto già profeticamente aveva previsto mezzo secolo fa Indro Montanelli),tra l'indifferenza di una politica ormai soltanto interessata ad assecondare gli interessi economici derivanti dallo sfruttamento della città d'arte.