Scritto col mio sangue. Storia di una donna che non sapeva essere madre
- Editore:
Corbaccio
- Collana:
- Dalla parte delle donne
- Traduttore:
- Giaccari R.
- Data di Pubblicazione:
- 15 aprile 2010
- EAN:
9788863800548
- ISBN:
8863800545
- Pagine:
- 254
- Formato:
- rilegato
- Argomenti:
- Problemi etici: aborto e controllo delle nascite, Violenza domestica
Descrizione Scritto col mio sangue. Storia di una donna che non sapeva essere madre
Irene Vilar è solo una studentessa portoricana quando conosce e si innamora del suo professore di storia. Lei ha diciassette anni, lui cinquanta. Ha inizio una relazione travolgente e squilibrata che sfocia in un matrimonio impossibile, segnato da contrasti. E da quindici aborti in quindici anni. Lui le impone di non avere figli. Lei è completamente succube, da una parte li desidera, resta incinta, ma non ha la forza di opporsi, di capire cosa vuole. Rinuncia con un atto di violenza estrema. E ripetuta. Irene sa che è destinata a essere fraintesa, sa che molti vedranno nella sua personale tragedia la criminale leggerezza di una donna che abusa di un diritto, che colpevolmente utilizza l'aborto come anticoncezionale. Ma non è così. La vera storia di Irene non si esaurisce in questa violenza che infligge prima di tutto a se stessa. La vera storia inizia molto più lontano, in un drammatico vissuto familiare, una madre suicida - sterilizzata a sua insaputa dopo tre gravidanze dalle autorità sanitarie statunitensi - e due fratelli tossicodipendenti. È una storia che ripercorre l'infanzia traumatica di Irene, portoricana in un paese come gli Stati Uniti che pretendono di condizionare la politica demografica del Porto Rico, ed è una storia in cui l'autrice intesse passato, presente e futuro senza soluzione di continuità. Oggi Irene Vilar si è separata dal suo primo marito, ha trovato un uomo che ama e da cui è amata, ed è madre di due bellissime bambine.
Recensioni degli utenti
Una tragica storia-30 maggio 2011
La storia di Irene è la simbolica storia di tante donne che hanno dei vissuti traumatici alle spalle e mettono in pratica l'unica forma di controllo che possono avere sulla propria vita abusandone in modo mortale, mettendo più volte in pericolo la propria vita, con una coazione a ripetere che coinvolge non solo se stessa, ma il suo stesso marito, che si è un uomo incapace ed egoista, ma usato da lei stessa per mettere dare una giustificazione alla propria incapacità di vivere. In tutta la sua vita Irene si è creata degli alibi, e non basteranno quindici terribili aborti per farla svegliare dal torpore in cui ha vissuto. Il modo in cui racconta la sua storia a volte suscita rabbia perchè sembra distaccata e stupida. In realtà Irene è una donna di successo e non le manca niente per essere una buona madre. Per fortuna riesce a capirlo in tempo, ma nel frattempo la lettura di questo libro suscita nausea e sgomento nel vedere quanto una donna possa farsi consapevolmente del male. Mi fa piacere che sia riuscita a reagire e a rifarsi una nuova vita, ma questa storia mi ha lasciato con un senso di tristezza incredibile per tutto quello che ha preceduto il lieto fine.