Scritti e discorsi politici. Ediz. critica vol.3 di Alcide De Gasperi edito da Il Mulino
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Scritti e discorsi politici. Ediz. critica vol.3

Alcide De Gasperi e la fondazione della democrazia italiana 1943-1948

Editore:

Il Mulino

Data di Pubblicazione:
28 agosto 2008
EAN:

9788815126405

ISBN:

8815126406

Pagine:
1962
Formato:
rilegato
Argomento:
Liberalismo e ideologie democratiche di centro
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Descrizione Scritti e discorsi politici. Ediz. critica vol.3

Questo terzo volume dell'edizione critica degli scritti e dei discorsi politici di Alcide De Gasperi presenta all'attenzione dei lettori documenti relativi a un periodo particolarmente intenso per lo statista: documenti che permettono di seguire quasi giorno per giorno l'immensa attività da lui svolta nel periodo che va dall'armistizio dell'8 settembre 1943 alla campagna elettorale per le elezioni politiche del 1948. Dopo lunghi anni di esilio in patria finalmente arriva per De Gasperi, ormai più che sessantenne, la vera sfida della sua vita: deve ricostruire la rete dei partiti politici, le istituzioni democratiche travolte dalla dittatura fascista, l'economia devastata da una guerra catastrofica e non ancora finita, la rete dei rapporti internazionali. Si inette all'opera prima ancora dell'8 settembre e con le Idee ricostruttive della Democrazia cristiana e i vari programmi per il nuovo partito ridisegna la fisionomia dell'ex-partito popolare.

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4 di 5 su 1 recensione

Essere funzionali, non divenire il problemaDi F. Antonino-8 dicembre 2011

Cos'è la politica? Quali sono i valori ed i presupposti ideali che la devono animare? Orbene, partirei da queste semplici domande per chiarire il pensiero politico di De Gasperi, statista e ricostruttore dell'Italia post bellica. Le linee guida, che hanno animato la sua storia politica, si possono riassumere in due parole chiavi: libertà individuale e giustizia sociale. In un momento storico, in cui il passaggio alla democrazia parlamentare, ancora particolarmente fragile, unita ad un'incertezza nei rapporti socio-politici causati dal fantasma del comunismo di ordine bolscevico, che tanta influenza ebbe in quel periodo, lo statista italiano comprese come fosse necessario trovare un punto di temperanza tra le due opposte esigenze sopra citate, ossia il tutelare i diritti morali e fondamentali dell'uomo, comprensivo delle sue libertà, tenuto conto delle esigenze di una redistribuzione della ricchezza, che tenesse conto delle reali situazioni economiche post-belliche, sofferte dalle fasce sociali più deboli ed operanti durante la ricostruzione. Inoltre, occorre affermare come la sua speranza di riportare l'Italia ad un livello degno della sua importanza storica fu segnato da un completo affidamento a Dio, sottolineando, di conseguenza, l'importanza decisiva all'interno della democrazia dei valori propriamente detti come cristiani. A tal proposito, in uno dei suoi discorsi fece espresso riferimento alla famosa frase di Bergson, ossia "la democrazia è di essenza evangelica". Tale assunto, dunque, permette di delineare i contorni di una politica devota, ossia un punto di vista politico, il quale, non estraneo alla cultura democratica e inserito pienamente in essa, proponga un modello di vita informato ai principi cattolici, posto che i valori universali propugnati dal cristianesimo possono essere e divenire, in quanto intranei alla natura dell'uomo e riconducibili alla recta ratio, stella polare nel porsi a salvaguardia dell'essere umano e della sua dignità, nonché delle fondamenta stesse della democrazia partecipata. Rimango, come uomo cattolico, molto scettico, rispetto ad un partito, denominatosi unilateralmente cristiano o ritenutosi ispirato a valori cristiani, che, di fatto, con la scusa della supremazia della laicità, si slega da ogni rapporto con la Chiesa, anche per quelle materie inerenti ai cosiddetti principi non negoziabili, che potremmo definirli di competenza spirituale della Chiesa, così facendo, subordinando le proprie assunzioni di responsabilità unitamente alla sola propria coscienza e non tenendo nel giusto conto i veritieri principi cattolici e, pertanto, obnubilando gli ideali a cui effettivamente dovrebbe ispirarsi. Con ciò intendo dire che qualsivoglia partito di ispirazione cristiana al fine poter applicare i principi fondamentali della dottrina cattolica deve sentire l'esigenza di avere l'umiltà di porsi all'ascolto ed alla comprensione del magistero della Chiesa cattolica non tralasciando alcun elemento in ordine alla linea di pensiero da adottare. Sulla base di tali principi, la democrazia può trovare valido e saldo sostegno nei valori cristiani, i quali risultano essere fecondi se applicati nella loro interezza e, particolarmente, dannosi, in ultima istanza, se soggiacenti e subordinate alle mode del momento per la risoluzione dei problemi, che interessino tanto lo stato, quanto il cittadino che da quest'ultimo deve trovare la propria tutela. A tal proposito, occorre sottolineare come valide strutture di formazione del pensiero politico si rendono, ad oggi, necessarie in vista di problematiche desunte dall'ambito socio-economico ed etico, le quali possano istruire ed animare secondo ideali elevati da non relativizzare le future classi dirigenti, le quali devono essere ispirate ed elevate verso uno spirito di servizio, tipico dell'antropologia cattolica. L'elemento che più mi commuove della politica e del pensiero di De Gasperi risulta essere la profonda comprensione di umanità nell'avere uno sguardo lungimirante, cercando un consenso che non sia fine a se stesso, ma che abbracci la concreta possibilità di realizzare una società che possa tutelare le successive generazioni; e che, soprattutto, intuisca come sussista il principio dell'impersonalità dello stato, caratterizzato in sintesi dalla formula così citata: "gli uomini che si succedono al potere passano, le istituzioni permangono e continuano ad esercitare le proprie funzioni ed a rappresentare nella storia l'intero popolo".