Il sapore della gloria di Yukio Mishima edito da Feltrinelli
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Il sapore della gloria

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Teti M.
Data di Pubblicazione:
22 febbraio 2010
EAN:

9788807721861

ISBN:

8807721864

Pagine:
151
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Il sapore della gloria

Naboru Kuroda ha tredici anni, vive a Yokohama solo con la madre Fusako da quando il padre è morto, cinque anni prima. È un ragazzo duro e orgoglioso della propria insensibilità, che ama però spiare la madre quando si spoglia nuda per coricarsi. Una sera viene ospite da loro un ufficiale di marina, Tsukazaki Ryuji, e la donna gli si concede di nascosto dal figlio che però li osserva alla luce della luna. E questa sarà per lui un'esperienza voluttuosa e illuminante. Intanto Ryuji pur impacciato nell'esprimere e riconoscere i sentimenti, capisce che Fusako, con la sua bellezza imperturbabile e sensuale, è la donna della sua vita. Naboru, da parte sua, prova a spiegare alla sua piccola banda di amici, nichilisti come lui e crudeli per scelta, che meraviglioso uomo di mare sia l'amante della madre. Ma si ricrederà e dovrà rassegnarsi alla volontà sadica dei compagni, al loro delittuoso anelito di negare ogni senso al mondo. Mishima scandaglia con maestria il fondo oscuro dell'animo di questi ragazzi per i quali, che si tratti di un gatto sfortunatamente capitato nelle loro mani o di un uomo, conta solo la capacità di non provare compassione o emozione nell'aggredire. Per loro che si affacciano alla vita, la maturazione pare non consistere in altro che nell'impassibilità davanti all'esperienza del sangue e della morte.

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3 di 5 su 2 recensioni

Il sapore della gloriaDi b. Billy-11 agosto 2011

Tolta l'ambientazione, pare un classico romanzo del novecento europeo, ed invece, sotto la scorza, profondamente mishimiano nella figura dell'adolescente perverso (Confessioni di una maschera, Il padiglione d'oro solo per citare due esempi) animato da torbide passioni, in sorda ribellione contro l'appiattimento dei valori della società, giudicata troppo passiva e sottomessa. Un sentimento che lungamente Mishima (e non solo lui, in quella generazione di giapponesi) ha covato nell'animo con contraddittorietà, e che sarebbe dovuto sfociare prima in una sorta di fascino mistico di Thanatos che tutto rende eterno e fulgido, e in seguito, coerentemente, nella sua stessa morte per seppuku. Concetti molto lontani dalla visione occidentale della vita, che sono adesso superati anche in Giappone (basta leggere i più recenti autori nipponici per non aver dubbi), ma che nel periodo post-bellico hanno contribuito a scuotere la società traumatizzata dalla resa e dall'annientamento del paese (nonché dalle condizioni pesantissime imposte dagli Stati Uniti). Come spesso accade in Mishima, (ma in particolare in questo breve romanzo) coesistono questi aspetti crudeli, accompagnati da immagini violente e spesso gratuite, con momenti di grande tenerezza, di commozione, di forte e coinvolgente fisicità (famoso il culto del corpo propagandato dallo scrittore). Il sentimento tra Fusako, giovane vedova e madre dell'adolescente Noboru, e il secondo ufficiale Ryuji è genuino, partecipato, sincero, fuori dagli schemi che si attenderebbero un atteggiamento duro e disincantato da parte di un marinaio; Ryuji invece si commuove, piange perfino, è sinceramente legato alla donna che ha imparato a conoscere e che è diventata la sua amante, per lei rinuncerà a quell'aspettativa (mai realmente sopita) di gloria che doveva venirgli dai viaggi per mare, come se sul suo capo predestinato brillasse una stella speciale che doveva renderlo unico ed eterno. Cercherà anche di stabilire un rapporto con il giovane adolescente, non sapendo che aver scelto la normale quotidianità sacrificando la sua vita marinara gli sarà fatale. Noboru, infatti, non è per nulla interessato ad avere un padre, anzi rifugge completamente i valori della famiglia, in questo sobillato dalla banda di adolescenti di cui fa parte. Personaggi sgradevoli, senza un filo di luce nell'animo, animati da cattiveria fine a se stessa e disprezzo nei confronti del mondo. Ryuji e Fusako, invece, escono ognuno a modo suo a testa alta dalla vicenda, quasi vittime sacrificali sull'altare di una ribellione insensata. La vera gloria, come conclude l'autore, ha un sapore amaro.

Un romanzo tetroDi F. IVANA-26 luglio 2010

Storia abbastanza angosciante, ma al tempo stesso fredda. I protagonisti maschili non sono molto convincenti (Naboru inquietante ma asettico, Ryuji incapace di realizzarsi fino in fondo), più apprezzabile la figura di Fusako, l’unico personaggio che suscita una certa empatia.