Rolling Stone. I 500 migliori album di ogni tempo edito da White Star

Rolling Stone. I 500 migliori album di ogni tempo

Editore:

White Star

Data di Pubblicazione:
31 dicembre 2012
EAN:

9788854005341

ISBN:

8854005347

Pagine:
224
Formato:
rilegato
Argomento:
Discografie e guide all'acquisto
Acquistabile con la

Descrizione Rolling Stone. I 500 migliori album di ogni tempo

Un modo originale e immediato per percorrere la storia del rock attraverso 500 album che hanno lasciato un segno nella memoria individuale e collettiva, dagli anni Cinquanta ai nostri giorni. Dalle scelte degli esperti collaboratori e membri della rivista Rolling Stone, che hanno votato i loro dischi d'eccellenza, è derivata questa sorta di discoteca cartacea in cui ogni album è associato alla sua storica copertina ed è raccontato attraverso una scheda di approfondimento sulla sua musica e sugli artisti che l'hanno creato. Un viaggio attraverso il rock and roll, il soul, il rock, il punk, il reggae, la new wave, per arrivare alle ultime frontiere dell'elettronica.

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Recensioni degli utenti

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2 di 5 su 1 recensione

I Migliori? Ma dai...Di A. Giovanni-17 settembre 2010

Un libro da prendere con le molle. Ne consiglio la lettura per via delle piccole curiosità riportate: ad esempio, lo sapevate che i Radiohead composero i brani di OK Computer nella villa di Jane Seymour mentre questa si trovava negli U.S.A. a girare La Signora del West? Tuttavia, questi NON sono davvero i 500 migliori album di tutti i tempi, dato che la classifica è palesemente parziale e di parte. Alcuni artisti sono presenti praticamente con la loro opera omnia: non solo pezzi di storia come Beatles, Rolling Stones, Bob Dylan, Who, Led Zeppelin, Springsteen, ma anche musicisti più renti e commericiali come U2, Police e perfino Madonna. Mentre mostri sacri di altrettanto valore come Queen, Van Halen e Dire Straits devono accontentarsi di vedere stilato solo un album ciascuno, perdipiù nella seconda metà della classifica. Ma a lasciare sbalorditi sono i grandi assenti. La musica celtica in questo libro è praticamnte inesistente: Clannad, Enya, Loreena McKennitt, ce ne fosse uno… Inoltre, se non fossero presenti due dischi dei Def Leppard, l’hair metal e l’AOR anni ’80 sarebbe del tutto assente: Che fine hanno fatto i Whitesnake di David Coverdale (uno dei più grandi cantanti hard rock e blues di sempre)? E i Journey, i Toto, Phil Collins, i Poison, i Motley Crue, gli Skid Row? E i Bon Jovi e Bryan Adams? Saranno pure meno “impegnati” degli U2, ma si sono dimostrati artisti altrettanto longevi. Ma l’assenza più grave è senz’altro quella di gruppi addirittura seminali per la storia del rock, gli Scorpions e i Deep Purple. Va bene che nell’arte tutto è soggettivo, ma è possibile che dischi come Music di Madonna, The Slim Shady Lp di Eminem, o Elephant dei White Stripes (Poo-po-po-po-po-pooo) siano più belli e importanti di Made in Japan o Love at First Sting?